Angel
Usa 1937 Paramount
con Marlene Dietrich, Herbert Marshall, Melvyn Douglas
regia di Ernst Lubitsch
A Parigi Maria Barker, annoiata moglie di un lord inglese, troppo dedito alla politica, accetta per gioco la corte di uno sconosciuto ma il semplice flirt si rivela una grande passione, anche se solo per una notte. Tornata in Inghilterra la donna crede di poter dimenticare Tony Halton a cui non ha rivelato l’identità ma questi si rivela essere un vecchio amico del marito appena tornato dall’India e Sir Barker (a cui Halton ha confidato la sua avventura parigina con una misteriosa donna che gli ha rubato il cuore) lo invita a pranzo..
Ennesimo triangolo amoroso portato sullo schermo dal maestro berlinese di cui oggi ricorre il sessantacinquesimo anniversario della scomparsa. Questa volta i toni brillanti sono smorzati e prevale la vena malinconica di Lubitsch che costruisce la trama attorno al fascino ambiguo di Marlene Dietrich. Maria Barker infatti, incontra il fascinoso Halton in una casa equivoca gestita da una nobile russa decaduta. Si lascia così intendere che i trascorsi della donna non sia del tutto specchiati, forse si allude anche a un passato di prostituzione.
Quel che certo è che il matrimonio tra Maria e Sir Barker è un matrimonio d’amore scaduto nell’abitudine per i troppi impegni di lui. Maria accetta la corte di Tony Halton come un diversivo alla noia ma finisce per invaghirsi del seduttore. Halton a sua volta si innamora perdutamente della donna misteriosa che lui chiama Angelo, non conoscendone la vera identità.
Il nuovo incontro tra i due amanti, il pranzo a cui Maria in quanto Mrs Barker, non si può sottrarre, avrebbe potuto essere una pochade d’equivoci in mano a Lubitsch invece questa volta il regista preferisce indagare il mistero femminino: la donna che si concede la prima notte a un uomo sconosciuto è la stessa donna che il marito conosce come moglie irreprensibile e che dà un po’ per scontata pur angelicandola e mettendola su un piedistallo. Nonostante Halton si comporti da perfetto gentiluomo e mantenga il segreto di Maria, il marito intuisce attraverso altre vie che la moglie potrebbe essere la misteriosa Angelo. Il terzetto si ricompone nella casa d’appuntamenti dove tutto è cominciato e il monologo di Maria è una ricetta perfetta per far funzionare un matrimonio (istituzione che Lubitsch detestava, ricordiamo la scena icastica di Die bergkatze).
Matrimonio o meno, tutte le lunghe relazioni devono tenersi lontane e non indagare su zone grigie che inevitabilmente un rapporto di lungo corso comporta. Accettato questo, è Frederick Barker a scusarsi con la moglie e chiederle di fare quel viaggio che stava rimandando per l’ennesima volta per i pressanti impegni politici e Maria lo segue senza esitare.
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