Italia 1968
Con John Phillip Law, Marisa Mell, Michel Piccoli, Adolfo Celi, Renzo Palmer
Regia di Mario Bava
Dopo l’ennesimo colpo messo a punto da Diabolik, a Ginko viene rimessa piena libertà d’azone contro il crimine. Valmont, capo della criminalità organizzata decide mettersi alla caccia del misterioso ladro per salvare i propri loschi affari e riesce quasi a prenderlo in trappola catturando Eva Kant. Eliminato Valmont, il governo mette una taglia colossale sulla testa del ladro. Diabolik risponde con una provocazione: visto che lo Stato spende così male il denaro pubblico lo ruberà tutto. Il furto del mega lingotto in cui sono state convertite le riserve auree potrebbe però essergli fatale..
A cinquant’anni dall’uscita del primo fumetto (1 novembre 1962) e in attesa del serial televisivo di Sky Cinema che dovrebbe andare in onda a inizio 2013, (qui il trailer) vale la pena ricordare il film che De Laurentis produsse nel 1968 senza lesinare i mezzi, basta guardare i nomi dei co-protagonisti e ricordare che le musiche sono di Ennio Morricone.
Come nella miglior tradizione per un cult movie, la produzione partì malissimo: venne cambiato il regista e il passaggio di testimone alla regia comportò anche un avvicendamento dei protagonisti: il prescelto Jean Sorel fu sostituito dall’inespressivo John Phillip Law mentre Eva Kant avrebbe dovuto essere interpetata da Catherine Deneuve attrice non amata da Bava e quindi sostituita da Marisa Mell.
La trama è slegata, composta grassomodo da quattro capitoli tenuti insieme con poca logica e molta ironia. Il perfido Valmont è un personaggio creato appositamente per la pellicola che non appartiene al fumetto delle sorelle Giussani. il ritmo è piuttosto lento per uno spettatore contemporaneo ma del resto anche gli 007 di quell’epoca (di cui Diabolik vorrebbe essere una risposta italiana, se consideriamo i titoli di testa) guardavano di più al genere giallo rosa ora scomparso, che all’azione pura.
Molti degli scontri tra Bava e il produttore dipendono dalla scelta di non portare in scena la violenza con cui Diabolik operava comunemente nel fumetto, per evitare la censura.
Anche il personaggio di Eva Kant è piuttosto deludente: una bellissima bambola languida che finisce per intralciare il ladro in calzamaglia invece di essergli di aiuto.
Detto questo Diabolik è diventato un film di culto per lo stile raffinato: Mario Bava è come sempre bravissimo negli effetti speciali ma in questo film alimentare costruisce un immaginario pop caleidoscopico e futuribile che è una vera gioia per gli occhi.
La pellicola è conosciuta anche come Danger: Diabolik con cui fu distribuita all'estero
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