In un liceo della periferia romana si incrociano le vicende di alcuni professori e dei lori alunni: la preside sorprende un allievo a dormire in palestra e si ritrova a dover gestire la situazione del ragazzo abbandonato dalla madre, il supplente Prezioso cerca di costruire un rapporto empatico con la classe e prende a cuore la situazione di una studentessa a cui è morta la madre. Intanto, nell’indifferenza generale, il più bravo della classe, di origine rumena rischia di rovinarsi la vita per colpa di una ragazza ribelle di cui si è innamorato e il vecchio professore di storia dell’arte, ormai disincantato, ritrova il piacere di insegnare grazie all’incontro con una ex allieva.
Il titolo si ispira alla temibile matita che serviva agli insegnanti di una volta per sottolineare gli errori, talmente anacronistica anche per me che non ricordo se sia più grave l’errore in rosso o in blu. Il film di Giuseppe Piccioni (tratto dall'omonimo romanzo di Marco Lodoli) presenta due anime, come i colori di quella matita. Nella prima parte del film prevalgono i toni da commedia ma le situazioni sono molto telefonate: da subito si capisce che la burbera direttrice scolastica interpretata da Margherita Buy finirà per affezionarsi al povero studente abbandonato costretto a dormire in palestra mentre il volenteroso supplente pieno di bune intenzioni non riuscirà a comprendere i suoi studenti che pure lo ossessionano anche nei sogni. Nel finale il tono cambia e prevale lo stile intimistico del regista che riesce anche a sorprendere nella conclusione di alcune delle storie: la migliore si rivela quella con la Buy (non a caso attrice feticcio del regista) mentre si perde completamente la vicenda del professor Fiorito, scheggia impazzita e voce narrante del primo tempo. La prova di Roberto Herlitzka resta comunque il motivo migliore per decidere di vedere un film che poco aggiunge al solito clichè della situazione scolastica italiana il cui modello è sempre quello sull’orlo del baratro dei quartieri disagiati (romani). Piccioni ne fa la cornice di un quadro dove lo smarrimento investe tutte le generazioni, dagli allievi agli insegnanti.
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