Da quando ho appreso la notizia stamane, non riesco a togliermi dalla mente il pensiero di Shlomo Venezia, uno degli ultimi sopravvissuti italiani della Shoah che ha speso la sua vita nella testimonianza di quell’orrore. Shlomo è morto stanotte e mi chiedo dove sia ora, perché fede o non fede non si può pensare che una vita così significativa si spenga definitivamente, DEVE esistere un risarcimento, da qualche parte in qualche modo..
Personalmente non accetto la tesi (comprensibilissima) a cui sono giunti molti prigionieri dei lager che Dio non esiste perché ha permesso quella mostruosità. Dio ha dato all’uomo il libero arbitrio e sarebbe troppo comodo pretendere che venga a salvare le vittime innocenti degli orrori che l’umanità stessa ha creato. Però mai come oggi sento la necessità di credere in un Bene oltre la vita, qualcosa che trascenda la morte, che ripaghi Shlomo delle atrocità sofferte, che gli dia la gioia di riunirsi ai familiari che gli furono strappati l’11 aprile 1944, il giorno in cui arrivò ad Auschwitz-Birkenau. Posso accettare che sia l’uomo a pagare in prima persona gli errori di un’umanità scellerata su questa Terra ma oggi ho bisogno di credere che adesso Shlomo sia infinitamente felice.
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