Italia 1913 Ambrosio Film
con Marcel Fabre, Nilde Baracchi
regia di Marcel Fabre
Quando un fortunale si abbatte sul loro naviglio, Barnaba e Sofia Farandola decidono di affidare il figlio in fasce alla clemenza delle onde. Saturnino approda all’Isola delle Scimmie dove viene allevato da genitori quadrumani che sono preoccupati per la sua mancanza di peli e di coda. Le cure proposte dallo stregone non servono e a 17 anni Saturnino viene emarginato per manifesta inferiorità. Il giovane decide di abbandonare l’isola e viene raccolto da una nave. Il capitano Lombrico legge il testamento che i genitori gli hanno lasciato al collo e si prende cura del ragazzo. Quando il capitano muore durante un attacco di pirati la ciurma sceglie Saturnino come nuovo comandante. Incontrerà anche la bella Mjsadorà che diventa sua sposa e compagna di mille avventure, come la restituzione dell’elefante bianco al re del Siam e la battaglia tra le nuvole contro il traditore Fileas Fogg. Alla fine di tante avventure Saturnino decide di tornare sull’Isola delle Scimmie
Gloriosa pellicola della torinese Ambrosio Film che spicca per le fantasione avventure del protagonista tratte dal romanzo di Albert Robida che partecipò anche alla stesura del soggetto e disegnò la locandina. Le avventure spaziano in mille ambiti che vengono messi in scena con raffinata attenzione: nella sequenza sottomarina Mjsorà e Saturnino passeggiano sui fondali con tuta da palombaro quando la donna viene ingoiata da una balena che la risputerà solo dopo esser finita nell’acquario del dottor Cocknuff, a Melbourne. Nell’acquario oltre alla balena c’e’ anche una piovra, i cui tentacoli sono le gambe di (almeno) due comparse che ne indossano il costume. Tanto dispendio di creatività è per un animale che sta sempre sul fondo dell’inquadratura, coperto dal dottore in primo piano e solo nello scontro finale tra lo scienziato e Saturnino che rivuole Mjsadorà, la piovra avrà il suo momento di gloria divorando il perfido dottor Cocknuff.
E’ un continuo miscuglio tra animali veri e costumi di scena: nell’Isola delle Scimmie non mancano vere scimmiette, l’elefante bianco è un vero elefante, ci sono anche due leonesse e un leone in un turbine di fantasmagoria comica che culmina nella bellissima guerra tra le nuvole tra mongolfiere dalle fogge più strane, non a caso il film viene considerato uno dei primi film di fantascienza.
Merita qualche parola anche l’attore/ regista Marcel Fabre (celebre per le comiche di Robinet) che interpreta Saturnino: la sua recitazione è meno forzata in gestualità e sottolineature mimiche di tanti suoi colleghi anche del decennio successivo.
La pellicola, pur nelle sue ingenuità di effetti speciali è godibilissima ancora oggi e a testimoniarlo sono state le sonore risate del pubblico che ha visto la pellicola mercoledì 8 agosto ad Aosta nell’ambito della rassegna Strade del cinema. La musicazione dal vivo era affidata al gruppo Manasonics che ha saputo creare musiche coinvolgenti e suoni di ogni risma grazie al rumorista Nicolas Becker la cui fama internazionale si deve anche a grandi successi del cinema contemporaneo come Cosmopolis.
Il film era preceduto da una comica sempre della Ambrosio Film e sempre del 1913, Fricot e l’estintore, dove l’ingenuo Fricot usa l’estintore nuovo per spegnere una sigaretta, irrorare l’uomo che accende i lampioni, penetrare in una cucina per spegnere i fornelli e quando scoppierà un vero incendio l’idrante sarà ormai vuoto. Fricot è interpretato dal torinese Ernesto Vaser che fu il primo comico italiano della nostra cinematografia, molto esterofila anche agli esordi. Per certi versi la maschera comica di Fricot mi ha ricordato Macario, si vede che un certa ingenua lunarità e’ un tratto tipicamente torinese.
Commenti