L'attore è scomparso il 14 dicembre 2013
Compie 80 anni un mito del cinema, nominato sei volte all’Oscar, senza mai riuscire a vincere l’ambito premio; ha fondato la sua carriera sul fascino ambiguo ed elegante dei suoi tratti efebici regalando alla storia del cinema un personaggio indimenticabile come Lawrence d’Arabia.
Peter Seamus O'Toole nasce in Irlanda, a Connemara, il 2 agosto 1932. A causa della grave carestia la famiglia si sposta Inghilterra nella città di Leeds dove il giovane Peter cresce tra i pub facendo delle bevute una sua nota e solidissima passione. Abbandona presto gli studi, ma vince una borsa di studio alla Royal Academy of Dramatic Arts di Londra e inizia ben presto a calcare i palcoscenici teatrali.
Si avvicina prima alla televisione e solo nel 1960 debutta nel cinema ne Il ragazzo rapito di di Robert Stevenson. Il terzo film è ambientato tra gli Innuit, Ombre bianche diretto da Nicholas Ray sempre nel 1960, ma è il quarto lavoro a dargli un ruolo definitivo nella cinematografia mondiale, il kolossal Lawrence d'Arabia di David Lean del 1962. La leggenda narra che il regista volesse Albert Finney come protagonista, ma Katharine Hepburn grande amica di O'Toole, fece pressioni perchè il ruolo fosse affidato al suo amico pressoché sconosciuto. E come al solito il fiuto di Kate ebbe ragione.
Nel 1964 l’attore è Enrico II nello scandaloso Becket e il suo re dove si insinuava che tra i due personaggi storici vi fosse una liason sentimentale, regia di Peter Glenville. Nonostante lo scandalo il film fece incetta di premi e nomination nelle principali kermesse.
Nel 1965 è protagonista del Lord Jim di Richard Brooks tratto dall’omonimo romanzo di Joseph Conrad.
Il film seguente è Ciao Pussycat dove O’Toole interpreta un dongiovanni impenitente che si rivolge a uno psicanalista ancora più fissato di lui con le donne, interpretato da Peter Sellers. Nel cast c’e’ anche Woody Allen e una serie di bellissime protagoniste femminili.
Nel 1966 ancora una commedia accanto alla raffinata Audrey Hepburn in Come rubare un milione di dollari e vivere felici per la regia di William Wyler.
Nel kolossal di John Huston, La Bibbia l’attore incarna gli angeli di Dio.
Dopo La notte dei generali, curioso film bellico dai risvolti thriller diretto da Anatole Litvak che vale a Peter O'Toole il secondo David di Donatello per il miglior attore straniero nel 1967, troviamo l’artista anche nel primo James Bond 007 – Casinò Royale dove il celeberrimo agente segreto britannico è interpretato da David Niven.
Nel 1968 è ancora Enrico II ne Il leone d'inverno accanto a Katharine Hepburn che vince l’Oscar come miglior protagonista femminile mentre il nostro Peter si deve accontentare della terza nomination non andata a buon fine. Per la quarta nomination deve solo aspettare il 1969, con Goodbye Mr. Chips di Herbert Ross remake di Addio, mr. Chips! diretto nel 1939 da Sam Wood.
Altra prova superlativa che gli vale una nomination è quella del 1972 per il ruolo di Jack Arnold Alexander Tancred Gurney - 14º Conte di Gurney ne La classe dirigente, feroce satira di Peter Medak sull’establishment britannico.
Una nomination ai Golden Globe gli vale anche L'uomo della Mancha dove l’attore ha il doppio ruolo di Cervantes e Don Chisciotte accanto a Sophia Loren (Dulcinea) diretto sempre nel ‘72 da Arthur Hiller.
Dopo il ruolo di Tiberius in Io, Caligola di Tinto Brass, O’Toole guadagna una nuova nomination con Professione Pericolo dove interpreta Eli Cross, un regista ossessionato dal realismo al punto tale da far rischiare più volte la vita a uno stuntman dal passato losco.
Anche L'ospite d'onore diretto nel 1982 da Richard Benjamin gli vale l’ennesima nomination senza costrutto.
Nel 1987 è Reginald Johnston, precettore de L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci che gli fa guadagnare il David di Donatello come miglior attore non protagonista.
Quasi tutti gli anni ‘90 preferisce passarli lontani dalle scene per dedicarsi al cricket.
Torna al cinema con il ruolo di Arthur Conan Doyle in Favole (1997) di Charles Sturridge e nel 2006, dopo aver ricevuto l'Oscar alla carriera nel 2003, arriva la sesta nomination agli Oscar per Venus, film inedito in Italia.
Purtroppo la sua battaglia con gli Oscar sembra essere definitivamente persa: l’11 luglio scorso l’attore ha annunciato il ritiro dalle scene.
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