Yssouf arriva a Castel Volturno dove dovrebbe aspettarlo lo zio Moses ma l’uomo non si presenta all’appuntamento e il ragazzo si arrangia in una casa di prima accoglienza gestita da altri africani che iniziano a spiegargli come funzionano le cose in Italia. Casualmente Yssouf riesce a trovare lo zio che a causa di un incidente non era potuto andare a prenderlo in stazione. Ben presto il ragazzo si accorge che lo zio gestisce un traffico di droga e lo affianca nelle sue operazioni ma quando il nuovo racket inizia a dar fastidio a quello più consolidato dei nigeriani le bande camorristiche che stanno dietro ai due gruppi iniziano a sparare e a Yssouf la vita d’avventuriero non pare più così facile..
Dedicato ai ragazzi di colore uccisi nel 2008 a Castel Volturno, il film che pure aveva una genesi precedente al tragico fatto, vuole raccontare la vita degli africani nella città italiana che ne ospita il numero maggiore sotto il controllo della camorra che cerca tra di loro la bassa manovalanza del crimine. Lo stile dell’esordiente Guido Lombardi è quasi neorealista con la macchina da presa incollata ai protagonisti.
Yssouf rappresenta un’anima candida finita in questo girone infernale: ligio ai precetti musulmani, è un’artista che è venuto in Italia per cercare di guadagnare in fretta 40,000 euro per una macchina computerizzata con cui mandare avanti l’attività in Africa. Appena arrivato gli vengono aperti gli occhi: probabilmente lo zio non si è presentato all’appuntamento perchè si vergogna di far vedere che la buona posizione di cui si vanta con i familiari è solo una menzogna.
La verità per Yssouf sarà peggiore perchè lo zio se la passa bene ma il denaro arriva da affari sporchi, droga e altri traffici. Ben presto zio Moses mette il nipote davanti alla scelta più dura: spaccarsi la schiena ed essere sfruttati per una miseria oppure scendere a compromessi per ottenere il denaro che serve e tornare a casa a vivere una vita agiata e serena e il ragazzo accetta di sporcarsi un po’ la coscienza, fino ad arrivare a far parte di una spedizione punitiva verso quella casa che lo ha accolto nei suoi primi giorni randagi in Italia e intanto trova l’amore in Suad, una bella ragazza per cui rompe il precetto di non bere alcolici, ma anche Suad gli riserverà un’amara sorpresa perchè è una prostituta e il momento in cui i due ragazzi si incontrano sul lungomare è uno dei più belli del film, fatto solo di silenzi e distanze lo stupore negli occhi di lui, la vergogna in quelli di lei. La regia, del resto è sempre molto delicata non cerca di sorprendere lo spettatore: le morti ad esempio, sono raccontate e restano fuori quadro fino alla fine quando la macchina da presa allarga a riprendere anche il corpo della vittima.
Una delicatezza che si riscontra anche nel protagonista il cui destino pare segnato invece una sana paura favorirà il riscatto a cui Yssouf arriva nudo di tutte le sue illusioni.
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