La programmazione estiva di Rai4 ripropone Ashes to Ashes con tre passaggi quotidiani, mattutino pomeridiano e notturno dello spin off della serie inglese Life on Mars.
Life on Mars che vanta anche un remake americano, raccontava le avventure di Sam Tyler, un poliziotto che per un incidente si trova sbalzato nel 1973; constava di due serie e il finale è stata una delle cose più scioccanti proposte dalla televisione: dopo tanto lottare per tornare nel suo tempo Sam Tyler decide di tornare indietro dai suoi nuovi amici, una chiusa che si poteva anche leggere come un placet al suicidio. Ovviamente la serie americana che ha avuto scarso successo è molto più conciliante: il Sam Tyler targato USA è un astronauta che nel sonno di un viaggio stellare ipotizza questa fantasiosa vicenda ambientata nel 1973.
Tra i personaggi più riusciti del telefilm c’è Gene Hunt (interpretato da Harvey Keitel nella versione americana) il capo della sezione detective a cui viene assegnato Sam Tyler, burbero e dai modi spicci entra subito in contrasto con un poliziotto del XXI secolo le cui tecniche investigative e i rapporti con gli indagati sono molto più... delicati.
Le tre serie di Ashes to ashes sono costruite attorno alla figura di Gene Hunt, “Gene Genie” (Gene il genio) è lui l’artefice di questa realtà parallela come si scoprirà nella terza stagione. A fare da contraltare ai suoi modi bruschi e alla sua misoginia questa volta c’è una donna Alex Drake, una detective che ha studiato il caso di Sam Tyler e che, a causa di una pallottola conficcata nel cervello, si ritrova nel 1981. Tra i due personaggi saranno scintille basti pensare che lui la chiama “mutandine” (ma il gioco di parole inglese tra lips e slip è ben più sottile). Alex aiuterà la sezione guidata da Gene a risolvere i casi e intanto cercherà di tornare indietro nel suo tempo dove la aspetta la figlia Molly.
Il contrasto tra gli anni ‘80 e la trama orizzontale del serial intrisa di morte è notevole, personalmente sono rimasta molto colpita dal finale della prima stagione in cui Alex crede che salvando i suoi genitori dall’attentato che li uccisero in quel 1981 in cui è stata nuovamente catapultata, potrà tornare a casa, scoprirà invece che il vero artefice di quella tragedia è una persona di famiglia.
A questi elementi e alla trama poliziesca si unisce la ricostruzione dei favolosi anni ‘80 con una colonna sonora eccezionale, è uscita una compilation della soundtrack composta da tre CD ma vi sono tantissimi brani anche solo accennati della gloriosa stagione canora inglese da Rio dei Duran Duran a London Calling dei Clash, da No more hero degli Stranglers a Came on Eileen dei Dexy's Midnight Runners.
Da sottolineare anche la presenza della Quattro, l’Audi rosso fiammante guidata sempre in controsterzo da Gene Hunt; a chi ha fatto notare l’errore storico in quanto l’auto è uscita qualche anno più tardi, l’attore Philip Glenister, aderendo perfettamente al personaggio di Hunt ha risposto all’incirca così “chi se ne importa? a noi piaceva”
Grande, grande, grande sceneggiato!
Per me il migliore degli ultimi anni!
Il motivo? Non si esce vivi dagli anni ottanta.
Mi dispiace per voi...che non li avete vissuti :-)
E poi The Quattro...per i tempi di allora era avveniristica. Nei rally volava!
Ciao :-)
Scritto da: Roy | 10 luglio 2012 a 11:06