USA 1963 Universal
con Cary Grant, Audrey Hepburn, Walter Matthau, James Coburn
regia di Stanley Donen
La ricca parigina Regina Lampert, di ritorno dalle vacanze invernali a Megeve, trova l’appartamento completamente vuoto. Scopre che il marito è morto e che le ha sempre mentito sulla sua identità: durante la Seconda Guerra Mondiale era un agente americano che assieme a quattro commilitoni doveva portare del denaro ai partigiani francesi ma il commando preferì nascondere il malloppo che in un secondo tempo fu rubato da marito di Regina. Ora i suoi vecchi compagni d’armi minacciano la donna per riavere il denaro. Ad aiutare la vedova c’e’ il galante Peter Joshua, ammesso che ci si possa fidare di lui..
Incursione di Stanley Donen, maestro dei musical, nel genere giallo rosa replicata poi nel ‘66 con Arabesque. Che il film voglia essere un omaggio al maestro del brivido Alfred Hitchcock lo dimostra la scelta del protagonista, un Cary Grant fascinosissimo che si trova al centro di un intricato giallo come in Intrigo internazionale, è ambiguo come in Notorious o Il sospetto e a un certo punto si spaccia per un ladro degno di Caccia al ladro. Oltre che protagonista di diverse pellicole hitchcockiane Cary Grant ha anche un grande talento per la commedia screwball e in Sciarada può sfoggiare tutto il suo repertorio comico (su tutto ricordiamo la smorfia con gli occhi storti del finale).
Che Donen stemperi i toni thriller nella leggerezza della commedia è dichiarato dalla scena iniziale: la mano guantata che punta una pistola verso la protagonista (classica scena hitchcockiana) è in realtà quella di un bambino che spruzza l’acqua in faccia ai protagonisti. Bambino che sarà poi fondamentale per la risoluzione del giallo rispettando un altra regola hitchcockiana, quella di mostrare nella prima inquadratura il colpevole (vedi Giovane e innocente) o il motore della trama.
Anche Audrey Hepburn è deliziosa e sfoggia tutto il suo talento per la commedia brillante, oltre che un superbo guardaroba firmato Givenchy. Purtroppo personalmente non amo le commedie giallo rosa e le battute brillanti di Sciarada invece di divertirmi mi procurano una fitta di insofferenza pensando che le godrei meglio in una commedia brillante in bianco e nero. Niente più di una fisima personale dettata forse dal fatto di esser conscia di vedere uno degli ultimi film dove i dialoghi sono così scoppiettanti poiché un’epoca cinematografica (incidentalmente la mia preferita) sta tramontando.
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