Il giovane rampollo inglese Colin Clark lascia il castello avito per cercare fortuna a Londra nel mondo del cinema: diventerà terzo aiuto regista ne Il principe e la ballerina il film che Marilyn Monroe girò in Inghilterra accanto a Lawrence Olivier, accaparrandosi le simpatie della diva americana.
Nel cinquantesimo anniversario della scomparsa, il mondo del cinema non poteva esimersi dal celebrare la sua stella più splendente e lo fa con quest’opera inglese tratta dal libro di memorie di Colin Clark Il principe la ballerina ed io.
E’ la classica pellicola inglese che sfoggia i suoi grandi interpreti, l’immancabile Judy Dench, Kenneth Branagh nei panni di Sir Olivier, Emma “Hermione” Watson nel ruolo della costumista Lucy per cui batte il cuore di Colin prima di perdersi nella fantasia bionda di Marilyn. Della diva americana si dipinge un ritratto poco piacevole per i cultori del suo mito: le fragilità diventano insicurezze enfatizzate e tra le righe (i continui ammonimenti al giovane Colin) filtra l’immagine di una donna scaltra, che odia la solitudine e non esita ad usare scientemente gli uomini per trovare l’affetto che le è sempre mancato. Nella seconda parte del film i toni si fanno più accomodanti e prevale la piacevolezza ingenua del pomeriggio di fuga dagli studios.
Peccato che l’attenzione sia stata morbosamente posta sulla Monroe perchè ci sono sprazzi molto interessanti sulla lavorazione del film: le confessioni di Olivier che rivedendosi sullo schermo accanto a Marilyn si trova vecchio mentre sperava di rubare e riflettere un po’ della sua luminosa giovinezza. Anche Vivien Leigh è costretta ad accettare di vedersi portar via da un’attrice più giovane un ruolo che pure aveva interpretato con successo a teatro .
L’attenzione è morbosa anche nei confronti di Michelle Williams a cui tocca il compito di far rivivere Marilyn sul grande schermo e in certi momenti la magia riesce, la Williams riesce a cogliere le fragilità della donna più famosa del mondo, risulta meno credibile nel ricrearne la magica luminosità dei “momenti buoni” ma le movenze, il modo di toccarsi i capelli ecc.. sono studiati alla perfezione anche se è ben visibile il posticcio sui fianchi che l’attrice deve indossare per mostrare le morbide curve della Monroe.
Certi che l’attenzione fosse per la Williams gli altri attori han riposato un po’ sugli allori: bravo Branagh a interpretare Olivier anche se trovo irritanti certi piccoli particolari, il più grande attore inglese era bruno di capelli e di occhi, costava poi molto al buon Branagh indossare un paio di lenti colorate e risultare più fedele all’originale? Riesumata Julia Ormond per la parte di Vivien Leigh a cui non assomiglia per nulla, esagerato il reticolato di rughe sul volto dell’attrice allora quarantatreenne di Via col vento, spero che siano veramente della Ormond, così impara a rovinare Rossella dopo averci già provato con Sabrina!
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