Dalla scorsa settimana sono tornati a invaderci in massa, con le due serie, quella della prima metà degli anni ’80 e la seconda del 2009. L’originale V - Visitors va in onda il martedì su Italia2 mentre V del 2009 va in onda per la prima volta in chiaro su Italia1 il venerdì .
Non avevo più visto la serie originale dagli anni ’80 quando Canale5 la mandò in onda per la prima e (forse?) l’unica volta per cui i ricordi erano molto vaghi e sono rimasta piacevolmente stupita nel trovarmi di fronte a un ottimo prodotto televisivo invecchiato molto bene, anche gli effetti speciali sono ancora credibili e meno ridicoli di certi che si possono trovare in blockbuster di grido. La qualità del prodotto è spiegata dal fatto che V -Visitos è in realtà una miniserie di due puntate, quelle andate in onda martedì 22 e 29 maggio. Il successo ha dato vita a un sequel, sempre in formato miniserie V: The Final Battle e solo in un terzo momento arriva una serie di 19 episodi, Visitors.
V -Visitors si apre con una didascalia che dedica l’opera a tutte le forme di resistenza passate, presenti e future e il richiamo all’invasione nazista è lampante. Il telefilm inizia con l’arrivo delle astronavi e l’attesa dei terrestri per conoscere le motivazioni dei visitatori che si manifestano come portatori di pace. Ben presto però si crea un clima di sospetto e la comunità scientifica viene isolata, molti umani scompaiono e i Visitors con i loro collaborazionisti umani spadroneggiano su una Los Angeles messa a ferro e fuoco..
V - Visitors sa ricreare molto bene la climax ascendente di tensione, il riferimento al delirio nazista è sottolineato dalla presenza di un vecchio ebreo fuggito in America dopo l’esperienza nei campi di concentramento il cui nipote ora è un seguace dei Visitors a cui denuncia anche la propria famiglia; per giunta il simbolo dei visitor è chiaramente una svastica destrutturata.
Al messaggio antitotalitarista si unisce il cotè fantascientifico di stampo classico: il referente è sicuramente Star Wars la cui prima trilogia finisce proprio nel 1983, le astronavi ricordano anche le Aquile del telefilm spaziale per eccellenza, Spazio 1999. Su questo florido filone di fantascienza ambientato dentro astronavi e navicelle spaziali, si innesta l’idea geniale dei Visitor, alieni rettiliformi che utilizzano una maschera per simulare un sembiante umano; l’immagine di Diana, la leader degli invasori, che divora piccoli roditori o volatili e la lingua bifida dei Visitors si sono fissati nell’immaginario collettivo. E’ davvero un piacere scoprire che oltre all’idea dei colubridi c’e’ un prodotto raffinato.
Da ricordare la presenza di Robert Englund, nei panni di Willy, uno dei pochi alieni buoni che non condivide i piani di invasione terrestre di Diana. Dal 1984 avremmo dimenticato la sua bonomia spaventati dall’orrido personaggio di Freddy Kruger che Englund avrebbe interpretato in tutti i film originali della lunga serie Nightmare.
Nel 2009 della storica serie è stato riproposto un reboot. La didascalia che apre il pilot chiede dove ci si trovava alla morte di JFK o all’11 settembre, diventa ben presto chiaro che quel che la domanda sottintende: l’arrivo in massa dei Visitatori è stata preceduta da una lenta infiltrazione degli alieni tra gli umani, il rivelarsi è solo la mossa finale del’invasione. Lo scontro di civiltà passa in secondo piano e diventa dominate il tema del sospetto: di chi fidarsi? Il collega, il parente sono veri esseri umani o alieni infiltrati? Alieni che a loro volta si dividono tra buoni e cattivi, alcuni che rifiutano il piano di invasione cercano da tempo di guidare una resistenza..
I primi tre episodi della nuova serie sono stati molto intriganti ma pare che la scrittura non riesca a mantenere il livello di interesse e la seconda serie si chiude bruscamente al decimo episodio, nonostante rientri in scena Diana mentre Marc Singer, l’attore che interpretava Mike Donovan, torna con un ruolo diverso.
Cambia anche il senso della V rossa: nella serie originale stava per vittoria ed era il simbolo della Resistenza, nella seconda indica più semplicemente i visitatori.
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