Loris, sulla soglia dei quaranta, vive facendo lavoretti saltuari con cui aiutare il budget familiare sostenuto prevalentemente dalla moglie sotto lo sguardo critico del figlio Alessio di sette anni. Un giorno riceve la lettera calorosa di un fan che vorrebbe intervistare Loris e gli altri componenti del gruppo Pluto, attivo sulla scena musicale labronica sul finire degli anni ’90. Loris si reca all’apputamento con l’intenzione di spiegare che non è più in contatto con i membri della band ma si trova davanti un ragazzo entusiasta e paraplegico. Per accontentarlo e guadagnarsi la caparra dell’ingaggio Loris si mette sulle tracce degli altri musicisti..
Carlo Virzì, fratello minore di Paolo, ebbe un discreto successo con il gruppo Snaporaz sciolto nel 2001, da allora si è dedicato prevalentemente alla composizione delle colonne sonore dei film del fratello. Il suo secondo lungometraggio è un’opera che sicuramente risente dell’influenza dello stile dolce amaro da commedia all’italiana di Paolo Virzì ma che risulta credibile e piacevole perchè racconta un mondo che Virzì jr. conosce molto bene, la scena rock livornese a cavallo degli anni novanta e il duemila.
La storia è quella di un gruppo che in realtà era il più sfigato di tutti, il cui massimo successo fu quello di prestare un brano per la pubblicità di un anticalcare. Quando i membri si ritrovano si capisce che si sono lasciati in malo modo e la stima reciproca e’ bassissima: Mao (diminutivo di Maurilio) il front man vivacchia facendo il cameriere con il solito stile sbruffone di sempre, Sabrina la bassista, si è rifatta una vita borghese che le sta stretta dopo essere uscita dalla droga, Loris ex batterista, ha una famiglia ma ha problemi con il lavoro e Rino il chitarrista è l’unico ad avere un lavoro a tempo indeterminato come operaio suscitando l’invidia di tutti. I componenti dei Pluto non hanno grandi ricordi del loro periodo musicale e rimangono colpiti dalla caparbietà con cui Federico, il giornalista si ostina a volerli ricordare come star potenziali del rock italiano; si scoprirà che la sua determinazione è legata al ricordo della fidanzata morta nell’incidente che lo ha paralizzato. Il quadro di una generazione fallita che non vuole o (non può?) crescere ben rappresentato da un cast di attori che da sempre ruota nell’orbita dei Verzì con l’aggiunta di un bravissimo Alessandro Roja, bolso e timido ben diverso dal Dandy elegantone e spavaldo che abbiamo imparato a conoscere on Romanzo Criminale - La serie.
La compiacenza verso Federico si trasforma nella speranza di una nuova opportunità musicale ma il beffardo destino dei Pluto è segnato, del resto nomen omen: il piccolo Alessio spiega al padre che che lo stesso pianeta Plutone è stato declassato da pianeta a satellite. Finiscono i sogni di gloria ma resta la voglia di suonare per il gusto della musica, perchè cari ggggiovani d’oggi fino a qualche tempo fa amare la musica non significava solo prepararsi per il provino di un talent show.
...o ascoltarsi un fetido MP3 con le cuffiette in metropolitana.
Scritto da: Roy | 13 aprile 2012 a 19:19
Effettivamente è gradevole e ben fatto. Con Kekkoz abbiamo avuto uno scambio di pareri (molto brevi in realtè) sul fatto che si tratti dell'ennesimo film italiano sulla crisi della maggiore età, l'incapacità di crescere, il fallimento, etc... ma in fondo, che male c'è? ;)
Scritto da: cineblob | 14 aprile 2012 a 11:59
non c'è nulla di male anche perchè l'italia sta facendo i conti con questi argomenti, cmq Virzì regala nel finale una nota di speranza svincolata dal successo e dal denaro, che non sarebbe una brutta via da seguire
Scritto da: ava | 17 aprile 2012 a 18:30