Pietro è un giovane catanese che si è trasferito a Roma per fare l’attore, ospitato dalla cugina Maria. Il ragazzo è alla ricerca di un appartamento in affitto e si innamora di una vecchia casa che riesce a prendere in locazione ma ben presto la scoprirà abitata da inquietanti presenze..
Ozpetek torna a raccontarci la sua Roma magica ed insolita abitata da una comunità trans guidata da un insolitamente torvo Mauro Coruzzi (Platinette) che sarà lo snodo per risolvere l’enigma in cui è incappato il protagonista, Pietro, ragazzo alla ricerca di sè stesso (non ha neppure ben chiara la propria inclinazione sessuale).
Il regista mescola alla commedia i toni fantastici facendo coabitare forzatamente Pietro con i membri di una compagnia teatrale che non hanno ancora compreso la loro condizione di trapassati. Dopo le prime schermaglie tra il ragazzo e gli evanescenti coinquilini si crea un clima di complicità tanto che gli artisti lo consigliano per l’imminente provino.
Un invito a mantenere vivi i propri sogni e le proprie follie sembra essere il messaggio principale del film ma la presenza della compagnia anni ‘40 non è una semplice operazione nostalgia, l'intento è quello di riannodare il legame con la tradizione non a caso durante la visione della pellicola mi è tornato in mente (senza motivazioni apparenti) Vogliamo Vivere di Lubitsch dove una compagnia teatrale aiuta a combattere il nazismo, lo stesso impegno che condurrà alla morte gli artisti di Magnifica presenza; i rimandi tra finzione e realtà sono ben esplicitati dal titolo originale del film di Lubitsch lo shakespeariano To be or not to be.
Le scene della denuncia in teatro invece mi ha fatto ripensare a Bastardi senza gloria del resto Tarantino è grande proprio per la sua capacità di creare qualcosa di originale senza rinunciare, anzi nutrendosi delle citazioni del passato.
Finale “obbligatorio” al Teatro Valle luogo dove si cerca fattivamente di mantenere in vita il legame con la tradizione in vista di un futuro migliore.
Bello, bello, bello!
Scritto da: Roy | 22 marzo 2012 a 18:09