The Woman God Forgot
USA 1917
con Geraldine Farrar, Wallace Reid, Raymond Hatton
regia di Cecil B. DeMille
Venuto a conoscenza di una leggenda azteca secondo cui un profeta sarebbe tornato in Messico proprio negli anni in cui arrivarono i conquistadores, Cortez invia il suo fido capitano Alvarado a parlamentare con l’imperatore Montezuma spacciandosi per il figlio del Bianco Nume. Appena arrivato a corte è amore al primo sguardo tra Tezca, la figlia di Montezuma e il capitano le cui origini divine non vengono credute. Ferito e in fuga per il palazzo imperale, Alvarado trova rifugio nelle stanze della principessa, che si prende cura di lui e si avvicina al cristianesimo. Scoperto, il soldato viene destinato al sacrificio per propiziare le nozze di Tezca con il cugino Guatemoco. La principessa, pur di salvarlo esce dalla città e va a chiedere aiuto a Cortez promettendo di lasciargli aperte le porte della città in cambio del giuramento di non infierire sulla popolazione. Entrato in città Cortez viene meno al patto e fa prigioniero Montezuma che maledice la figlia. Tezca si pente di aver abiurato la sua fede e dopo la morte del padre guida la battaglia ma sarà l’unica a sopravvivere al massacro. Alvarado perora la sua causa e la donna viene lasciata uscire dalla città e si ritira a vivere in una capanna dove il capitano spagnolo la raggiunge per cercare di scaldare il suo cuore chiuso dall’odio.
L’ultima dei Montezuma è la prima pellicola d’ambientazione interamente storica girata da Cecil B. De Mille che nell’anno precedente in Joan the woman aveva inserito la vicenda di Giovanna d’Arco nella cornice del sogno di un soldato al fronte durante la Prima Guerra mondiale.
Il film ha molte ingenuità (la più eclatante riguarda il fatto che si dia per scontato che aztechi e spagnoli si capiscano perfettamente) ma contiene già tutte le tematiche care al regista: Geraldine Farrar, soprano prestato al cinema muto di cui divenne una delle prime dive, anticipa la sensualità che esploderà poi nel 1934 con la Cleopatra interpretata da Claudette Colbert e la presenza del tema religioso qui rappresentato dalla croce e dalla battuta ripetuta più volte “in hoc signo vinces” anmuncia la passione per i temi biblici da cui De Mille trarrà i suoi kolossal futuri.
E’ interessante lo studio psicologico della protagonista, donna dotata di grande sensibilità umana per cui è inorridita dalle crudeli pratiche religiose che prevedono sacrifici umani e sarà proprio lei che mettendo in salvo l’amata schiava Maruna destinata al sacrificio, farà in modo che Cortez venga a conoscenza della leggenda del Bianco Nume. Naturalmente incline alla compassione cristiana Tezca si avvicina al cristianesimo anche per amore di Alvarado ma quando si scopre tradita da Cortez e vede uccidere il padre non esita a chiedere perdono ai suoi dei e a guidare la battaglia. Uno scatto d'orgoglio repentino che scarta dal modello di Pocahontas antelitteram che Tezca pareva rappresentare fino a quel momento. Il finale è un happy end appena accennato: Alvarado riesce a strappare solo un sorriso alla donna amata, non c’è nessun bacio che suggelli la ritrovata armonia.
Pur mettendo in evidenza la missione evangelica degli spagnoli, De Mille non esita a mostrare il modo d’agire ipocrita e vigliacco dei conquistadores che fin dalle didascalie iniziali definisce sprezzantemente “una banda di soldati”.
L’ultima dei Montezuma anticipa anche il gusto per il kolossal di De Mille, gli scenari esterni sono spettacolari, girati nel Santa Ynez Canyon. I sensualissimi costumi della protagonista vantano un tripudio di piume e sono firmati da Natacha Rambova che proprio in questo film debutta come costumista.
Anche le scenografie sono maestose e le scene di battaglia si svolgono sull’immensa scalinata di un tempo azteco dalle cui terrazze gli spagnoli getteranno nel vuoto i prigionieri.
Immancabile il viraggio il cui colore suggerisce stati temporali (giorno notte) ma anche emotivi: il purpureo delle scene di battaglia. Raffinatissime le didascalie originali con le lettere finite da uno svolazzo quando c’è da completare una riga altrimenti vuota.
Recensione molto ben fatta, complimenti!
P.S. nel caso tu fossi presente su Telegram e ti piacesse partecipare ti rilascio il link d'invito ad un mio piccolo canale muto, grazie. >>>> https://t.me/+TBN-N-HwopU2OTY8
Scritto da: Martin | 22 aprile 2024 a 15:19