Nel futuro la genetica riesce a fermare l'invecchiamento umano all’età di 25 anni, quest’eterna giovinezza ha però un prezzo: il tempo diventa la moneta corrente e al compimento del 25° anno a ogni individuo resta un anno di bonus: chi è ricco è praticamente immortale mentre chi è povero lotta con i minuti per sopravvivere.
Will Salas è un ragazzo del ghetto di Dayton che salva un riccone da morte certa. L’uomo è però stanco di vivere e dopo aver spiegato a Will i meccanismi perversi che regolano “l’economia temporale”, gli regala a un secolo prima di suicidarsi. Il ragazzo abbandona il ghetto per cercare fortuna (e vendetta) nella lussuosa New Greenwich: troverà l’amore di Sylvia Weis, figlia del piu’ ricco magnate della città ma sarà anche nel mirino del custode del tempo Raymond Leon.
Andrew Niccol, regista di Gattaca alle prese con un nuovo thriller che mescola genetica e azione, purtroppo i risultati sono inferiori al suo capolavoro del 1997. Si preferisce sviluppare (in modo molto convenzionale) la storia d’amore tra la ricca ereditiera ribelle e il giovane spiantato di onesti principi trasformandoli in una coppia di futuristici Bonnie&Clyde con ambizioni degne di Robin Hood: svuotare le banche del tempo per regalarlo alla popolazione più povera. Di fatto questa scelta di scrittura crea il primo film che cavalca il sentimento degli indignados: in un mondo dove occorre che la maggioranza muoia perchè pochissimi possano essere immortali, in realtà le risorse a disposizione sarebbero sufficienti per tutti. Quello che non convince molto di questa economia temporale è la mancanza di interessi sul capitale: come per Jena Plinsky il tempo corre inesorabilmente all’indietro per tutti e anche se hai un secolo o un millennio davanti il capitale si usura costantemente sotto i tuoi occhi. La tematica occupy inoltre, fa passare in secondo piano altri aspetti della sceneggiatura che potevano rivelarsi interessanti, soprattutto meritava di essere approfondito il personaggio del guardiano del tempo (l’ottimo Cillian Murphy). Resta inappagata la curiosità sul rapporto molto personale che nel passato aveva legato Raymond Leon al padre di Salas (per un momento ho addirittura pensato che Raymond potesse essere il padre di Will); in ogni caso, in un mondo di poveracci ossessionati dalla mancanza di tempo e di ricchi protetti da schiere di guardie del corpo per non rischiare morti accidentali, il personaggio di Cillian Murphy è l’unico talmente preso dalla sua missione che non ha l’assillo di controllare costantemente il tempo, preferendo vivere “fino all’ultimo respiro”.
La trama e' interesante ed originale.
Purtroppo e' stata svolta con molta superficialita'.
Anche a me e' rimasta la voglia di sapere di piu' del padre.
Ciao Ciao
Scritto da: Roy | 07 marzo 2012 a 14:16