Anno: 2004
Con Leonardo DiCaprio, Cate Blanchett, Kate Beckinsale, Jude Law, Alec Baldwin, Ian Holm, Alan Alda
Regia di Martin Scorsese
Vent’anni della vita dell’eccentrico magnate Howard Hughes, dall’arrivo appena ventenne nella dorata mecca del cinema per intraprendere la carriera di produttore realizzando uno dei film piu’ costosi della storia del cinema, Gli angeli dell’inferno (1930) al primo ed unico volo dell’enorme Hercules nel 1947, passando per gli amori con le dive del cinema, la passione per il volo e le sue idiosincrasie che lo porteranno alla follia.
Non credo che il film di Scorsese possa rientrare nel genere biopic, cioe’ nel novero dei film biografici piu’ o meno romanzati.
Per la complessita’ del personaggio, per il suo interagire con figure celeberrime del mondo del cinema da Jean Harlow a Kate Hepburn, da Errol Flynn ad Ava Gardner, Scorsese, grande conoscitore del cinema classico, preferisce rimandarci solo l’atmosfera di un epoca condensando il film in una biografia acronica, non si potrebbe spiegare altrimenti la presenza di Ava Gardner alla festa per la trasvolata oceanica compiuta da Hughes nel ‘35 quando l‘attrice all’epoca aveva solo tredici anni!
Anche la storia d’amore tra la Hepburn e Hughes e’ stata molto rimaneggiata: l’attrice nelle sue memorie ha sempre parlato solo di un’affettuosa amicizia, mai di qualcosa che potesse sfociare nel matrimonio. Il rapporto tra i due da il destro a Scorsese per mettere in scena una screwball, una commedia sofisticata sullo scontro tra i sessi, e il pezzo forte e’ proprio il pranzo a casa Hepburn, che pare uscito da Scandalo a Filadelfia, il film che rilancio’ definitivamente Katharine Hepburn dopo che per anni era stata “veleno per i botteghini”. (L’attrice compro’ i diritti del film grazie all’aiuto economico di Hughes).
Tutta la relazione Hepburn/Hughes e’ visualizzata rimandando a pellicole che hanno decretato il successo della diva: il volo notturno su Los Angeles ricorda La falena d’argento, in cui la Hepburn nel 1933 interpreta (guarda caso!) un’aviatrice e la prima uscita sui campi da golf ripropone Lui e lei del 1952, in cui l’attrice e’ una golfista un po’ insicura che trova successo e amore tra le braccia del nuovo allenatore Spencer Tracy.
Cate Blanchett non interpreta tanto la grande diva, ma piuttosto propone una recitazione alla Hepburn.
Spesso si paragona questo film a Quarto Potere, principalmente perche’ Welles prima che a Hearst aveva pensato a Hughes come figura ispiratrice del suo Citizen Kane. A parte il rimando iniziale al rapporto morboso con la madre e alla parola “magica” che da rosebud diventa quarantena, Scorsese costruisce un film speculare all’opera di Welles: se Heast/Kane sfrutta il suo denaro per manipolare le masse ed indurle a cercare la guerra, Hughes diventa un paladino della liberta’ lottando strenuamente contro il monopolio della Pan Am sulle rotte intercontinentali.
Personalmente ho apprezzato maggiormente questa seconda parte del film, dove esce la tematica preferita di Scorsese: lo scontro dell’individuo contro il sistema e bisogna riconoscere che la caratterizzazione del senatore Brewster data da Alan Alda e’ veramente notevole. Ottima anche la prova di Leonardo Di Caprio: piu’ che portarlo all’Oscar spero che questo ruolo lo liberi definitivamente dall’ombra del Titanic e ne faccia valutare serenamente le capacita’, di cui, per altro, aveva gia’ dato ampia prova in passato.
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Sicuramente un lavoro che offre diversi spunti interessanti, anche se - a mio avviso - è il meno riuscito fra quelli del Scorsese del nuovo millennio. Hughes è personaggio eccentrico ed assolutamente centrale della Hollywood degli anni d'oro, che forse non viene sufficientemente restitutito da un Di Caprio troppo pulito e giovane per il ruolo.
Scritto da: Rear Window | 16 febbraio 2012 a 15:56