C'è tempo fino al 19 febbraio per vistare le due belle mostre dedicate alla natura morta in quel di Tortona. Nella Pinacoteca della Cassa di Risparmio (Palazzetto Medievale) ha sede La meraviglia della natura morta che indaga il tema nella scuola lombarda a cavallo tra scapigliatura e divisionismo (1830/1910).
Si parte da un sontuoso mazzo di fiori di Hayez che teme l’horror vaqui e si arriva al lirismo liberty di Previati. Non manca una sezione dedicata a Pelizza da Volpedo e sinceramente il mio orgoglio di valcuronese si’ e’ compiaciuto nel sentire un visitatore alla cassa chiedere se ne nell’esposizione permanente della Pinacoteca, fruibile con il medesimo biglietto, fossero presenti altri quadri di Pelizza (ovviamente sì)
Le nature morte rappresentano un nucleo abbastanza piccolo nell’opera di Pelizza ma in esse traspare tutta la compassione per il mondo degli ultimi tipico del pittore, dalla piccola porzione di Carne fresca allo studio de L’appeso dove un pollo appeso diventa quasi una croce rovesciata.
Le opere piu’ curiose sono pero’ quelle che rappresentano la piu’ classica tradizione lombarda: la bella fetta di gorgonzola che domina La natura morta con piatto di Cesare Tallone, gioia di una borghesia che forse oggi sarebbe piu’ schizzinosa verso il gustoso formaggio mentre ancora oggi riconosciamo il lusso nella Natura morta di Mosè Bianchi che racconta una tavola sfatta dopo una cena importante, forse un cenone di Natale o di Capodanno,a giudicare dalla fetta di mandarino in primo piano.
Per la sottoscritta questa mostra passera’ agli annali per avermi fatto conoscere Emilio Longoni, i cui bonbon sono stati scelti per i manifesti dell’evento ma a rimanere impresso è Il panettone del 1882, archetipo di tutti i panettoni industriali classici, identico a 130 anni di distanza all’ultimo che abbiamo gustato poco piu’ di un mese fa.
Fortunatamente e’ stata prorogata fino al 19 febbraio anche la mostra Nature Redivive promossa da Arcadia che sta compiendo un lavoro molto interessante sull’arte contemporanea, va ricordata la precedente Waste.
Nelle sale di Palazzo Guidobono si indaga il rapporto dell’arte contemporanea con il genere della natura morta o still life (c’e’ una piccola sezione dedicata al nordic still life contrappposto al più corposo nucleo di nature morte italiane)
E’ un’esibizione davvero sorprendente e lo si avverte dal brusio che si sente nelle sale, ben diverso dal mormorio compassato che di solito si tiene in un museo. A sorprendere e’ il fatto che la mostra scompagina l’idea che si ha dell’arte contemporanea dove la tecnica e’ secondaria, qui siamo davanti a capolavori di perizia manuale a partire dalle nature morte di Paola Nizzoli Desiderato che con la cera e la carta realizza delle composizioni che sfidano il vero, notevole la sua riproduzione filologica della Cesta di frutta di Caravaggio. Quasi tutte le opere esposte dimostrano una maestria nella fedelta’ visiva che rivaleggia con la fotografia il culmine si ha con le opere di Luciano Ventrone: per quanto ci si avvicini ai quadri la riproduzione e’ talmente perfetta da fare sempre dubitare che si stia osservando un dipinto!
quanto sei artista!
#competentecriticad'arte!!!!
PS
anche le birre sono... morte!
Scritto da: Macy | 16 febbraio 2012 a 18:35