Pisa, inizio giugno 1970, Renzo Lulli e l’amico Fabio Gismondi invece di prepararsi per l’esame di maturita’ vanno a fare un provino per suonare con Pino Masi, piccola star musicale del movimento studentesco per la sua Ballata del Pinelli. Mentre stanno provando i brani il Masi viene avvisato dai compagni che a Roma si sta organizzando un colpo di stato fascista. Temendo per la propria incolumità’, dato che artisti ed intellettuali sono “i primi della lista” dei nemici da eliminare da parte dei golpisti, i tre ragazzi si ritrovano coinvolti in una fuga verso il confine austriaco creando un incidente diplomatico..
Intelligente operazione del debuttante registra angloitaliano Roan Johnson: visto che ogni rievocazione filmica degli anni di piombo scatena sempre grandi polemiche nel nostro paese, il giovane sceneggiatore passa alla regia scegliendo la chiave della commedia per rievocare quel periodo storico. Si tratta di una pellicola a piccolo budget a cui ha contribuito anche Paolo Virzì e al suo stile il film paga un debito iniziale con il Lulli che ricorda un po’ il Gabriellini di Ovosodo, partecipe invontario di esperienze piu’ grandi di lui.
La storia del Lulli, il Masi e il Gismondi che sfondano il confine austriaco di Tarvisio creando un incidente diplomatico per il Ministro degli Esteri Aldo Moro che in quel momento era impegnato a gestire la cacciata degli italiani dalla Libia voluta da Gheddafi, e’ una vicenda realmente accaduta che viene trasformata in un surreale road movie a bordo di una fiammante (!) A112. Ricordando la poverta’ di budget e’ encomiabile lo sforzo fatto per recuperare l’epoca storica, segnalo solo un blooper veniale: la Giulia dei Carabinieri che i tre incrociano al passaggio a livello ha gia’ la targa a sfondo bianco e non piu’ quella originale a sfondo nero.
La seconda parte nel carcere di Villach, dove i tre esuli in cerca di asilo politico vengono trattenuti dopo aver sfondato il confine, e’ davvero esilarante perchè i tre protagonisti faticano ad accettare il fatto che nella notte tra il primo e il due giugno del 1970 in Italia non sia successo nulla e i convogli militari che hanno incontrato per la strada si stavano recando a Roma solo per la parata della Festa della Repubblica. Ragazzi di provincia sprovveduti e suggestionati che ci fanno tenerezza certo, ma il film si apre con immagini di repertorio del colpo di stato dei Colonnelli in Grecia nel ‘67, l’inizio dell’era stragista in Italia con la bomba di Piazza Fontana e la morte dell’anarchico Pinelli misteriosamente caduto da una finestra della questura milanese e si chiude con la didascalia che il 7 dicembre del 1970 il principe nero Valerio Borghese tento’ davvero un colpo di stato, fatto poco noto alla maggioranza degli italiani.
minchia, la 112...
Scritto da: Macy | 06 febbraio 2012 a 19:08