In Iraq, il sergente dei Marines Nicholas Brody viene ritrovato in un bunker dove e’ stato tenuto segregato da Al-Qaeda per otto anni. Rimpatriato, viene accolto come un eroe ma Carrie Mathison, un’agente dei servizi che ha ricevuto una soffiata su un soldato americano passato al nemico, è convinta che Brody sia stato plagiato dai suoi sequestratori.
Qualche tempo fa Aldo Grasso sosteneva che il serial televisivo americano è il nuovo sembiante del grande romanzo e vedendo Homeland non si puo’ che avvalorare la tesi del nostro critico televisivo. La serie che ha vinto i Golden Globe 2012 conferma come nell’immaginario americano (e mondiale) l’elaborazione del lutto per la tragedia dell’11 settembre sia avvenuto attraverso le serie televisive: se 24 simboleggiava la rabbia e Lost incarnava la rimozione, Homeland rappresenta l’accettazione.
I due personaggi antagonisti sono estremamente complessi e che Brody sia o meno una cellula terroristica dormiente, il racconto si addentra in una zona grigia dove si possono trovare delle giustificazioni anche per i terroristi, uscendo dallo schematismo dei buoni e dei cattivi, degli occidentali e degli islamici. Capire se Brody è effettivamente una spia è un espediente per raccontare lo stato di salute dell’America a 10 anni dall’attentato alle Torri Gemelle in particolare la difficile condizione dei reduci esasperata nell’emblematica vicenda di Brody che torna dopo otto anni e si deve confrontare con due figli sconosciuti lasciati poco più che fantolini e ritrovati alle soglie dell’adolescenza, oltre che una moglie che ha cercato di ricostruirsi una vita amorosa con il migliore amico del marito disperso.
Si tratta di un prodotto dal respiro filmico che dal grande schermo trae ispirazione in particolare ci sono reminiscenze di Và e uccidi, la pellicola del 1962 diretta da John Frankenheimer e rifatta nel 2004 da Jonathan Demme con il titolo originale di The Manchurian Candidate.
Il cast vede Claire Danes, la dolce Giulietta di Romeo+Giulietta di Baz Luhrmann nei panni della determinata Carrie Mathison, un’agente ossessionata da un fallimento precedente legato all‘11 settembre che deve assolutamente rimediare, mentre il sergente dei Marines Nicholas Brody è il britannico Damian Lewis, protagonista della serie Life, in cui impersonava Charlie Crews, un poliziotto ingiustamente incarcerato per un delitto che non ha commesso. Riabilitato e ottenuto un risarcimento milionario Crews cerca di capire chi lo ha incastrato e perchè. L’ambiguo Damian Lewis questa volta sarà davvero cattivo o ancora una volta dovra essere riabilitato?
Damian Lewis era gia' eccezionale in Life ma qui e' ancora meglio !
Ciao!!
Scritto da: Roy | 01 marzo 2012 a 11:13
Telefilm rivelazione. Davvero bellissimo e poi recitato divinamente. Lui è un grande, ma lei è fantastica davvero.
Scritto da: Alessandra | 04 marzo 2012 a 23:53