Italia 1939
con Assia Noris, Carlo Ninchi, Massimo Girotti, Carlo Campanini
regia di Mario Soldati
Dora Nelson, nobildonna russa decaduta diventata diva del cinema, lascia il set del suo ultimo film e il marito per fuggire con un principe. Per finire il film la produzione sostituisce la snobissima attrice con una modista, Pierina Costa, che le assomiglia come una goccia d’acqua. Anche il marito della diva, l’industriale Giovanni Ferrari, spaccera’ la sosia per la moglie per non compromettere il matrimonio della figlia, finendo per innamorarsi di Pierina; intanto la vera Dora Nelson scopre di essere stata raggirata da un falso principe.
75 minuti di pura verve in grado di trasformare la classica pochade sullo scambio di persona in un raffinato gioco di scatole cinesi in cui il vero e il falso si perdono l’uno nell’altro. Forse uno dei primi film italiani puramente metacinematografici: inizia con una scena del film che Dora Nelson sta girando, poi l’inquadratura si allarga per mostrare il set e la troupe piegati ai capricci dell’attrice. Comincia qui il gioco della finzione con inquadrature a stringersi sui volti dei protagonisti nei momenti presumibilmente topici: la promessa d’amore tra Dora e il principe in esilio (che un inatteso calcio nel sedere ci svelera’ essere solo un figurante) o il melodrammatico racconto di Dora su come e’ morto il primo marito, in realta’ fintosi morto per sfuggire all’isterica moglie e organizzatore della truffa ai suoi danni. Gli stessi carrelli a stringere sul volto dei protagonisti tornano anche quando comincia a nascere l’amore tra l’imprenditore e Pierina: il sentimento e’ vero ma i due simulano un legame che non esiste. Un gioco tra realta’ e finzione davvero intelligente.
Oltre ad essere il primo film che Mario Soldati dirige da solo, Dora Nelson si segnala per il debutto di Massimo Girotti nei panni del fidanzato di Renata, la figlia nubenda dell’industriale e di Carlo Campanini, l’ottico che rincorre Pierina di cui e’ innamorato senza speranza fino a Cannes, ma in realta’ insegue la falsa Pierina, cioe’ la vera Dora Nelson, chiaro, no?
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