La tragedia del Titanic sconvolge la vita della tenuta di campagna di Downton Abbey: sul piroscafo sono morti i due eredi diretti della proprieta’ che rischia di finire in mano a un cugino di terzo grado. Mentre il Conte di Grantham, Robert Crawley, sembra disposto ad accettare di buon grado la sorte imposta dalla legge salica, la sua battagliera madre, Lady Violet, cerca ogni possibile soluzione perche’ Downton Abbey e l’eredita’ della ricca consorte americana del figlio, vadano alla loro primogenita Mary, promessa al cugino affondato con il Titanic e desiderosa di trovare un nuovo fidanzato del suo rango invece di ripiegare sul lontano cugino di origini borghesi che ereditera’ la tenuta. I drammi del piano nobile si riflettono ai piani inferiori della magione dove la numerosa servitu’ freme per conoscere il destino della proprieta’.
Pur avendo amato molto Mildred Pierce non posso che rallegrarmi per l’inaspettata vittoria agli Emmy di questa sontuosa serie inglese che ha sbaragliato la favoritissima miniserie targata HBO. Se volete ricordare perche’ il Novecento e’ chiamato il secolo breve guardate la prima puntata di Downton Abbey dove si illustra come nel 1912, solo un secolo fa, la vita scorreva ancora come in pieno Ottocento con una numerosa servitu’ che si occupava alacremente di ogni piccola minuzia che riguardava la vita dei loro signori: inarrivabile la scena del giornale stirato prima di essere portato al Lord affinchè l’inchiostro si asciughi per bene e il gentiluomo non rischi di macchiarsi le nobili mani!
Ovviamente la serie si apre sulla fine di quel mondo ed ecco che qua e là spuntano in nuce alcuni aspetti che caratterizzeranno l’eta’ contemporanea come la cameriera che fa un corso di dattilografia per corrispondenza perche’ sogna un futuro da impiegata invece che l’inevitabile destino di serva; lady Grantham che si batte perche’ il patrimonio resti alle tre nipoti femmine benche’ la legge imponga che le proprieta’ e i denari ad essa vincolati passino solo ad eredi maschi, in fondo e’ una suffragetta suo malgrado, dato che è la figura piu’ anziana e conservatrice del numerosissimo cast. La serie infatti, si dirama in diverse sottotrame che seguono i complotti e le meschinita’ per far carriera nel mondo della servitu’ come l’evoluzione della complicata situazione in cui si trovano i Crawley, a tutti viene dedicata molta attenzione nella scrittura con soluzioni mai banali: Lord Grantham, ad esempio, ha sposato la moglie americana Cora per la sua dote ma il loro e’ comunque un matrimonio felice perche’ il gentiluomo si e’ poi innamorato della donna che aveva impalmato solo per interesse. Tra la servitu’ spicca la figura dell’ambizioso Thomas che spera di far carriera diventando il valletto personale di Lord, e’ un omosessuale, “reato” ancora punito con la prigione nell’Inghilterra dell'era edoardiana: il giovanotto sta per trovarsi per le mani un segreto che gli permetterebbe un ricatto, situazione per la quale non nutre nessuna avversione.
La trama avvincente come un romanzo, e’ sostenuta da dialoghi strepitosi ricchi del piu’ sottile humour inglese, le scenografie sono sfarzose e anche la regia regala delle vere chicche, come il piano sequenza che segue il percorso della sguattera dalla cucina fino al salone della colazione. Cast stellare che vanta Elizabeth McGovern nei panni di Cora e una granitica Maggie Smith vincitrice dell'Emmy come Attrice non protagonista in una Miniserie o Film Tv per il ruolo di Lady Violet, Contessa Madre di Grantham.
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