Laure, dieci anni si trasferisce in una nuova città con i genitori e la sorellina Jeanne. E’ estate, la mamma e’ al termine della sua terza gravidanza e Laure inizia a fare conoscenza con i bambini del nuovo quartiere, ma si presenta come Michael, spacciandosi per un maschio..
Il film che ha trionfato all'ultima edizione del Torino GLBT Film Festival racconta l'atmosfera sospesa di un'estate tra bambini di nove, dieci anni quell’eta’ prepuberale in cui a tutti e’ capitato di essere scambiati per appartenenti all’altro sesso. Laure approfitta del suo essere esile e dei suoi capelli corti per provare ad essere un maschio. E’ l‘urgenza sessuale di una persona che non si rispecchia nel proprio corpo o e’ solo curiosita’? Lo spettatore e’ libero di trarre le proprie conclusioni in forza del finale stemperato e della scena iniziale in cui Laure impara a guidare in braccio al padre: la ragazzina non sa qual’e’ la destra e la sinistra e pare confonderle apposta, metafora di una confusione rispetto al genere sessuale ma anche di curiosita’ e ribellione. In fondo non e’ poi importante sapere quale sara’ il futuro di Laure, sembra dirci la regista Cèline Sciamma nelle sue riprese che spesso inquadrano i corpi tagliando la testa e mostrando solo gli aspetti che caratterizzano tutte le persone aldila’ della loro identita’ sessuale: quando vedi un bambino abbracciato al genitore è importante sapere se si tratta di un maschio o una femmina per avvertire l’affetto che scorre tra i due? La tenerezza che suscita la caparbieta’ con cui Laure si impunta a passare per maschio (la geniale e divertente soluzione al problema comportato dal pomeriggio passato a fare il bagno con i compagni di giochi) offre uno sguardo completamente diverso sulla transessualita’ di cui viene proposta una riflessione che esula dal rapporto con la sessualità’ praticata il che permette anche a chi ha remore con la situazione di potersi rapportare al tema senza (troppi) pregiudizi.
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