Il cinquantenne Bruno Beltrame vive ritirato, deluso dalla vita: ha smesso di scrivere racconti suoi e preferisce fare il ghost writer per biografie di presunti vip, ha lasciato l’insegnamento e si limita a dare lezioni private. Un giorno pero’, scopre che Luca, un quindicenne a cui da ripetizioni e’ in realta’ suo figlio e la madre glielo affida perche’ ha un occasione di lavoro in Mali..
Scialla e’ uno dei termini giovanilistici piu’ famosi degli ultimi tempi ma la bella commedia di Francesco Bruni, vincitrice della sezione Controcampo italiano all’ultima Mostra del Cinema di Venezia vuole in realta’ raccontare la delusione dei cinquantenni di oggi. Lo fa attraverso la splendida interpretazione di Fabrizio Bentivoglio, spettinato ingobbito sciatto. Il suo Bruno Beltrame era un uomo che pareva avere il mondo in mano, un aitante scrittore di belle speranze. A bloccarlo e’ stata la spirale in cui si sono avvitate molte persone colte che negli ultimi anni hanno preferito rinchiudersi nella loro torre di avorio delusi da un mondo sempre piu’ volgare e superficiale, in una parola barbaro. A rappresentare l’invasione di questi nuovi barbari rampanti c’e’ la porno diva di cui Bruno sta scrivendo la biografia: una donna dell’Est che non ha mai avuto paura di scendere a patti con la realta’ piu’ squallida (emblematico l’episodio dell’anello caduto nel pozzo nero) per arrivare dove voleva. Bruno e’ spaventato da lei come e’ spaventato dal figlio che improvvisamente si ritrova in casa e la cui vitalita’ non sa come gestire, ma che si rivelera’ essere piu’ maturo e consapevole di quanto il padre sia mai stato in tutta la sua vita.
Quello che e’ veramente interessante nell’opera e’ il modo in cui l’autore si rapporta con la citazione cinematografica: il giro in motorino per Roma di Bruno riprende il peregrinare con la vespa di Nanni Moretti in Caro Diario ma lo scooter di oggi e’ una sottomarca e il guidatore non e’ piu’ un baldanzoso “splendido quarantenne” ma un cinquantenne accasciato su se stesso ossessionato dal futuro del figlio appena ritrovato. Vinicio Marchioni (che per il secondo anno consecutivo partecipa al film vincitore di Controcampo italiano) fa la parodia del suo Freddo di Romanzo Criminale la serie. Se nella trama l’intervento del personaggio e’ un po’ debole, il siparietto sui titoli di coda e’ davvero eccellente.
Un film che ho davvero adorato!
Scritto da: perso nel mondo del cinema | 08 dicembre 2011 a 23:54