Henry Kenneth Alfred Russell nasce a Southampton, in Inghilterra il 3 luglio 1927. Dopo aver servito nella RAF e nella Marina Mercantile britannica, diventa fotografo. I suoi scatti lo avvicinano la mondo dei documentari e saranno i suoi primi cortometraggi a farlo assumere alla BBC.
Dal 1959 al 1970 il suo apporto e’ fondamentale per lo svecchiamento dei programmi culturali dell’emittente britannica. Il talento del regista si rivela in una serie di ritratti di artisti, musicisti da Prokofev a Debussy, pittori da Rousseau il doganiere al padre dei preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti con Dante's Inferno del 1967 e la danzatrice Isadora Duncan.
Sul finire degli anni ‘60 Russell esordisce anche sul grande schermo, la fama arriva nel 1969 con Donne in amore, tratto dall’omonimo romanzo di David H. Lawrence. La pellicola vale l’Oscar come miglior attrice protagonista all’interprete femminile, Glenda Jackson.
Nel 1971 Russell si conferma re dell’eccesso con lo scandaloso L'altra faccia dell'amore (e' passato alla storia lo slogan che lo reclamizzava: “La storia di un omosessuale che sposò una ninfomane”) biopic degli ultimi anni di vita di Tchaikovsky, dove la musica diventa la forza creatrice da cui nascono le immagini, tratto peculiare della poetica russelliana.
Sempre del 1971 e’ I diavoli altra pietra miliare per comprendere il barocchismo anarchico ed iconoclasta del regista inglese che sempre nello stesso anno sa cambiare totalmente registro con Il boyfriend, tratto da una piece teatrale inglese del 1953 che omaggiava il musical hollywoodiano degli anni ‘20/’30, la trasposizione cinematografica di Russell diventa un tributo all’opera di Busby Berkeley. La protagonista del film e’ la modella Twiggy che per questo ruolo vince due Golden Globe.
I due film seguenti sono ancora due biografie piu’ o meno romanzate di artisti: Messia selvaggio del 1972 racconta l’amore impossibile tra lo scultore francese Henri Gaudier (morto ventiquattrenne) e la polacca Sophie Brzesk, di vent’anni piu’ vecchia di lui.
La perdizione del ‘74 ci mostra un vecchio Gustav Mahler che durante un viaggio in treno rievoca alcuni episodi della sua vita.
Del 1975 e’ la pellicola forse piu’ famosa del regista, Tommy, film che lancia il genere opera rock sulla musica composta da Pete Townsend, leader del gruppo degli Who. Tommy e’ anche il primo film a usare il sistema Dolby.
Dopo l’ennesima biografia melomane, Lisztomania (1975), nel 1977 Russell realizza il biopic sulla vita di Rodolfo Valentino, Valentino e come protagonista sceglie l’etoile della danza Rudolf Nureyev.
Nel 1980 Russell approda al genere sci-fi con Stati di allucinazione, forse il suo film piu’ di cassetta. Il regista si conferma ancora una volta uno sperimentatore tecnologico, infatti la pellicola e’ una delle prime a fare grande uso di effetti speciali. Stati di allucinazione si ricorda anche per gli esordi cinematografici di William Hurt e della piccola Drew Barrymore che l’anno seguente intenerira’ il mondo in E.T..
Dopo la fantascienza e’ la volta dell’incursione nel thriller con China Blu, del 1984. Nel 1986 il ritorno alle vicende di artisti maledetti con Gothic il racconto di quella vacanza in Svizzera funestata dal maltempo che porto’ alla nascita del capolavoro letterario di Mary Shelley, Frankenstein.
Del 1991 e’ Whore (Puttana) ritratto insolitamente realistico -per il regista- della vita di una prostituta interpretata da Theresa Russell.
Il film e’ l’ultimo girato dal regista per il grande schermo che abbia avuto una distribuzione internazionale.
Sicuramente le pellicole girate dopo il 1980 non hanno lo stesso valore dei film della decade precedente ma nonostante le prove discontinue Ken Russell resta uno dei talenti piu’ visionari ed anarchici del cinema mondiale.
social