Avrei voluto con tutta me stessa diventare fan accanita di American Horror Story ma invece le mie (troppe?) aspettative sono andate miseramente deluse.
Indubbiamente ben girato, con delle ottime atmosfere e soprattutto con una Jessica Lange da urlo, la serie e’ un centone di tutte le situazioni horror che si possono immaginare: la casa infestata, fantasmi, serial killer, mostricci in cantina e piu’ chi ne ha piu’ ne metta. Il guaio e’ che questo minestrone non va mai oltre la superficie, non spaventa e non sorprende proprio per la sensazione di dejà vu anche di precedenti serie di culto: vorrebbe essere il nuovo Twin Peaks ma si limita a riproporre lo stesso stridulo commento musicale di Lost nei momenti topici, e che che momenti poi! Nel primo episodio un colpo di scena dovrebbe essere quando Constance (Jessica Lange) minaccia la cameriera Moira di ucciderla un altra volta. Peccato che siamo in una casa infestata dove chiunque entra senza permesso, la cameriera ha la facolta’ di apparire anziana alle donne di famiglia mentre al marito appare sexy e vogliosa e mi dovrei stupire perche’ si tratta di un fantasma?!?!?
L’idea della cameriera che appare agee’ alla moglie e alla figlia mentre incarna le voglie del marito e’ oggettivamente una bella trovata ma forse la cosa che mi disturba di piu’ in America Horror Story e’ il messaggio che vuole passare. Qualcuno dice che la casa infestata rappresenti la crisi economica che in America si e’ abbattuta soprattutto sulle proprieta’ immobiliari, io purtroppo temo una lettura legata al femminile estremamente sterotipata; del resto nella prima scena la protagonista e’ dal ginecologo che paragona il suo corpo a una casa e la coppia si e’ spostata da Boston a Los Angeles finendo nella casa da incubo (architettonicamente molto brutta, per altro) per sfuggire ai ricordi di un aborto a cui consegue il tradimento del marito con la classica allieva che finira’ a sua volta incinta.
L’horror gioca sempre con le aberrazioni del puritanesimo americano ma la mia impressione e’ che, come il mix di situazioni paurose non scolfisce la superficie, anche la lettura dei rapporti matrimoniali e del ruolo della donna nella serie, segue il piu' trito modello americano che non avra’ le fissazioni per il corpo della donna che abbiamo in Italia ma non e’ comunque un esempio di liberta’ femminile; in fin dei conti gira tutto attorno alle colpe del marito fedifrago i cui tradimenti innescano la vicenda e sul tema dell’aborto: la casa stessa fu fatta costruire negli anni '20 da un medico delle dive e visti i feti mostruosi che ancora si conservano nel seminterrato possiamo ben immaginare a cosa dovesse la sua fama questo dottore.
Continuerò a seguire il programma, sempre disposta a ricredermi e soprattutto curiosa di capire chi e’ Tate: le due ipotesi che mi frullano in testa al momento sono che sia il figlio bello di Costance oppure il gemello sopravvissuto dei due che entrano nella casa nell’inizio del primo episodio.
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