Un litigio ta ragazzini degenera in violenza e uno perde due denti per la bastonata dell’altro. I quattro genitori si incontrano per cercare di risolvere civilmente il problema ma ben presto anche il loro tentativo di rappacificazione degenera..
Partiamo dalla fine, che vede il criceto Culetto (!) riuscire a sopravvivere nei parchi di New York e i ragazzini tornare amici come prima. La vita continua a discapito delle sovrastrutture mentali dei quattro genitori che non sanno piu’ riconoscere il giusto peso di una rissa tra ragazzini e scaricano su questo incontro chiarificatore tutte le loro ansie e frustrazioni personali. Se la conversazione era stata elevata ad arte nel tardo settecento e aveva imperato per i due secoli successivi facendo grande la cultura occidentale oggi ne constatiamo il tragico e definitivo declino: l’impossibilita’ di comunicare perche’ il dialogo e’ sempre interrotto da una telefonata al cellulare, il pregiudizio verso l’altro che cataloghiamo sempre in base a definizioni di censo o politiche: chi non si e’ schierato ad inizio pellicola per la coppia che gli era piu’ congeniale, quella piu’ liberal o quella apparentemente piu’ progressista, prima di scoprire la mediocrita’ di entrambe?
Il quadro che Polanski fa della borghesia medio alta e’ impietoso e ne mette alla berlina tutti i difetti grazie a un quartetto di attori in stato di grazia e utilizzando due generi cinematografici classici, la claustrofobia del kammerspiel in cui il regista e’ indubbio maestro e i toni grotteschi e graffianti della screwball comedy: quant’e perfida ed emblematica la scena in cui il personaggio di Kate Winslet, dopo aver vomitato nel salotto dei Longstreet si pulisce le mani con l’igenizzante immediatamente dopo essere uscita dal loro bagno in cui e’ andata a pulirsi?
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