Con il suo carisma ineccepibile Stefano Bollani ci guida in sei lectio magistralis sul mondo della musica. Un programma ironico, breve e -per ora - senza interruzioni pubblicitarie all’interno del quale e’ possibile riconoscere alcune matrici televisive a cui il programma si ispira. La sigla e’ la versione colorata delle classiche sigle dei programmi di varieta’ a cavallo ta gli anni ‘60 e ‘70 se fosse possibile commutare l’immagine in bianco e nero nei televisori di ultima generazione l’effetto jump in the past sarebbe perfetto. La prima puntata ripropone piuttosto fedelmente lo spirito di quei varieta’ dove gli ospiti erano chiamati a cimentarsi anche in ruoli diversi da quelli che li avevano resi famosi, cosi' l'esordio di Sostiene Bollani si segnala per la duttilità’ di una cantante pop come Irene Grandi che spazia dal blues di Pino Daniele, agli standard jazz alle canzonette anni’30.
La seconda puntata e’ stata piu’ un tributo verso DOC, il contenitore musicale del 1988 ideato da Renzo Arbore e condotto da Gege’ Telesforo e Monica Nannini che portava nella televisione italiana le star internazionali della musica jazz e blues. Gli ospiti erano infatti Peppe Servillo e Petra Magoni&Ferruccio Spinetti, con una venatura di reunion familiare dato che la Magoni e’ moglie di Bollani e Spinetti ha avuto un passato negli Avion Travel.
Chissa’ se la varieta’ stilistica sara’ la cifra di ogni singola puntata? L’importante e’ che resti come caratteristica fissa la traduzione maccheronica da computer di un classico del pop americano, finora Papa don’t preach di Madonna e Black or White di Michael Jackson, vere perle di ironia di uno dei programmi piu’ intelligenti e freschi di questa stagione televisiva.
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