Italia, 2005
con Angela Baraldi, Gigio Alberti, Elio Germano, Luigi Maria Burruano,
regia di Gabriele Salvatores.
Giorgia Cantini conduce assieme al padre un’angezia di investigazioni private. Un giorno un amico le invia delle videocassette che riguardano la sorella Ada, suicidatasi sedici anni prima. La visione del materiale fara’ sorgere in Giorgia dei dubbi sulla morte della sorella, ma soprattutto la donna dovra’ decidere se andare avanti con la sua vita..
Un nuovo dilemma per il codice cinefilo, come se non bastasse la scelta se leggere prima il libro o guardare prima il film ora bisogna anche decidere se recuperare prima il film o la serie che ne e’ stata tratta.
Fortunatamente la pellicola di Salvatores e’ decisamente diversa dalla serie televisiva che ha ispirato, a unire i due prodotti restano solo la protagonista diffidente, soprattutto nei rapporti con gli uomini e la sua ossessione per la sorella morta in circostanze poco chiare.
Nella serie vengono smussati alcuni tocchi surreali del film ad esempio il confidente di Giorgia nella pellicola e’ Mel, il gestore di un banchetto di panini e bibite mentre nella serie e’ il proprietario di un locale dove l’investigatrice si esibisce come cantante (ricordiamo che la protagonista Angela Baraldi e’ principalmente una cantautrice).
Venendo piu’ propriamente al film, Salvatores dirige un discreto noir che si segnala le belle atmosfere notturne di una Bologna insolita non goduriosa ma deserta e angosciosa.
In Quo vadis, baby? torna un tema fondamentale nella filmografia del regista: l’ambiguita’ dei rapporti familiari, soprattutto la figura di un padre prevaricatore e violento, in questo caso responsabile (anche) della morte della moglie.
Per quanto interessante ho trovato un po’ forzata la componente cinefila della pellicola, forse perche’ mi induce sempre a cercare un sottotesto di interpretazione della visione, probabilmente chi non ha queste fisime puo’ godersi piu’ liberamente gli spezzoni da Ultimo tango a Parigi (il titolo del film e’ preso da una battuta della celebre opera di Bertolucci) e quelli di M - il mostro di Düsseldorf capolavoro di Lang non abbastanza lungo per coprire tutta la registrazione precedente che svela i motivi della morte di Ada, ma a guardare il videotape ormai resta solo il gatto, Giorgia e’ andata incontro alla vita.
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