Mitchell esce di prigione dopo tre anni per lesioni aggravate e ha intenzione di abbandonare la malavita. Avrebbe per le mani anche un lavoro interessante, fare da bodyguard-factotum alla star cinematografica piu’ amata d’Inghilterra ma proprio la possibilita’ di sfruttare Mitchell per impadronirsi delle ricche collezioni della donna spinge il boss, Gant, a stringere la sua morsa sull'ex galeotto. Tra Gant e Mitchell nascera’ uno scontro senza esclusioni di colpi.
Bel noir inficiato da una prima parte un po’ farraginosa ma riscattato da un crescendo esplosivo quando lo scontro tra Mitchell e Gant si fa diretto e concluso da un amarissimo colpo di scena finale che in parte potrebbe giustificare alcuni punti deboli della prima parte: la facilita’ con cui Mitchell lega con Jordan, il produttore amico di Charlotte e l’innamoramento per la donna, sono dovuti a una certa superficialita’ del plot o questi personaggi hanno una qualche responsabilita’ nella discesa all’inferno del protagonista? Mistero, come e’ giusto che sia.
L’esordio dietro la macchina da presa di William Monahan si segnala anche per un certo humour nero rigorosamente british ed e’ interessante la negazione delle scene di violenza piu’ efferate di cui vediamo l’antecedente e le immediate conseguenze, Questo permette di enfatizzare per celazione le scene suddette e dà il giusto spessore (in genere comico) alle scene di violenza "minore" che vengono messe in scena.
Per quanto riguarda il cast, l’ho trovato convincente solo in parte forse perche’ molti dei comprimari sono legati a precedenti ruoli molto incisivi, quindi potremmo dire che Mitchell e’ il fratello di Chuck Charles (Pushing Daisies), ha come confidente Al Capone (Boardwalk Empire) mentre la divina Charlotte (una Keira Knightley senza slanci) gode dell’incondizionata protezione di Remus Lupin (Harry Potter).
Intrigante la fotografia di Londra, soprattutto quella notturna e molto bella la colonna sonora anche se London calling e’ presente solo nel trailer.
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