Italia 1942
con Carla Del Poggio, Leonardo Cortese, Maria Mercader
regia di Vittorio De Sica
Inizi del XX sec. l’anziana dama Caterina Bellelli va in visita alla marchesa Mariella Dominiani per presentarle due sue nipoti. In attesa dell’arrivo della marchesa, Caterina rievoca la sua gioventu’ sotto l’impero borbonico, quando la famiglia Bellelli, ricca ma di umili origini era acerrima nemica dei marchesi Dominiani, nobili e spiantati. Mariella e Caterinetta si ritrovano al collegio del Convento di Santa Rossana e diventano amiche. Una sera, la ribelle Caterinetta trova il conte Franco Amidei, luogotenente garibaldino ferito e inseguito dai soldati borbonici; lo ospita nella baracca di Tiepolo, il guardiano del convento e chiede aiuto a Mariella non sapendo che la fanciulla e Franco sono segretamente fidanzati.
Alla sua quarta regia Vittorio de Sica celebra l’epopea risorgimentale in un film che prosegue il filone sbarazzino di fanciulle impertinenti dei primi lavori (Maddalena zero in condotta, Teresa’ Venerdi’). Un garibaldino al convento risulta cosi’ una pellicola leggera ma forse e’ l’unica a testimoniare pienamente quello spirito di passione e ribellione giovanile che mosse il nostro Risorgimento ma che difficilmente emerge dalle pellicole storiche.
La storia d’amore tra Mariella e il garibaldino resta sullo sfondo e l’escamotage di narrare la vicenda in flashback, scelta stilistica molto rara nel cinema italiano dell’epoca, vena di sottile malinconia l’esito infelice dell’amore tra i due giovani, visto che Franco, salvato da una compagnia di camice rosse guidata da Nino Bixio (interpretato dallo stesso De Sica) non sopravvivera’ alle guerre di indipendenza e Mariella consacrera’ tutta la sua esistenza al ricordo dell’amato.
Sviando in questo modo il lato melodrammatico, De Sica puo’ giocare con i vari registri comici dall’amore impossibile di Giacinto, zio di Caterinetta, per la zia marchesa, ai vari livelli di satira: l’irruzione in sala da pranzo degli animali di Caterina durante un pomposo pranzo ufficiale degli zii che costa alla fanciulla la reclusione in collegio e soprattutto il trasformismo del Governatore che in visita al convento si trova invischiato nelle operazioni di cattura di Franco Amidei: prima appoggia i borbonici che in un centinaio cercano di stanare il garibaldino ferito e dopo la vittoria della brigata garibaldina si congratula con il nuovo esercito che a suo dire, ha sempre sostenuto.
C’e’ anche una ricerca di aderenza storica piuttosto inconsueta per l’epoca: le scene in esterni si ispirano alla pittura risorgimentale di Lega e Fattori mentre l’abito delle giovani collegiali, per quanto assurdo riprende la mise del celebre ritratto della marchesina Anna Pallavicino Trivulzio di Giuseppe Molteni.
Sul set de Un garibaldino al convento nacque l’amore tra Maria Mercader e Vittorio De Sica.
Commenti