Andrea Molaioli si ispira chiaramente al crack Parmalat (lo esplicitano i titoli di coda) per narrare una vicenda solo apparentemente lontanissima dal suo esordio La ragazza del lago, in realta’ ad essere protagonista e’ ancora la provincia. Se nel lavoro precedente era un piccolo villaggio di montagna ad essere sconvolto dalla morte di una giovane ragazza del posto, ora l’azione si svolge in una cittadina (una splendida Acqui Terme, lasciatemi dar sfogo all’orgoglio alessandrino) cui ha dato lustro il successo imprenditoriale di Amanzio Rastelli, autorita’ locale. Il capo della Leda Latte, che non vuole diversificare i settori d’investimento perche’ si ricorda che durante la guerra ai beni di lusso si poteva rinunciare ma al latte no, e’ convinto (?) che la sua ditta produca valori per cui esige che tutto l’apparato dirigenziale appartenga alla citta’.
Imprenditore piu’ furbo che abile, Amanzio Rastelli e’ riuscito a far carriera grazie ad appoggi politici e maneggi economici. Non si rende conto che con la seconda repubblica molto e’ cambiato, se non altro gli agganci giusti, e per rimanere a galla si inventa un capitale con l’aiuto del fido ragionier Botta, un Toni Servillo sempre superlativo.
Rastelli e Botta sono speculari: tanto e’ legato ai suoi “valori” il primo, i riconoscimenti pubblici, la famiglia che si rifornisce tranquillamente dai fondi aziendali, tanto il secondo vive esclusivamente per l’azienda: e’ quello che mette in piedi la truffa finanziaria ma paradossalmente e’ anche quello che lascia un prospetto di risanamento al curatore fallimentare, il ragionier Botta ama tanto il suo lavoro da seguire anche la via dell’illegalita’ ( bisogna adeguarsi ai tempi) pur di conseguire il risultato.
Si conferma nel regista una vena noir qui espressa nell’uso di luci molto contrastate con ambienti cupissimi dove solo i personaggi sono fortemente illuminati come se agissero sotto il fascio di un occhio di bue. L’atmosfera e’ tetra, sempre tesa, l’attenzione e’ concentrata sul lato sdrucciolevole di quell'”allegra finanza” che la Leda riesce a portare avanti per un decennio, sottolineando come l’onesta’ paghi se non altro in termini di minor fatica perche’ per sostenere l’invenzione finanziaria il gruppo sara’ costretto a voli pindarici sempre piu’ faticosi e surreali.
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