Anders als die Andern
Germania 1919,
Con Conrad Veidt, Leo Connard, Ilse von Tasso-Lind, Fritz Schulz, Reinhold Schünzel
Regia di Richard Oswald
Il celebre violinista Paul Körner rimane colpito dal numero di suicidi riportati regolarmente dai quotidiani. L’artista sa bene che essi sono dovuti al Paragrafo 175 che condanna penalmente l’omosessualita’. Quello che Körner non sa e’ che anche lui entrera’ a far parte di quella tragica schiera in seguito al suo amore per l’allievo Kurt Sivers. Il sentimento viene scoperto da una vecchia conoscenza di Körner, Franz Bolleck, che ricatta il violinista. Quando Kurt scopre il maneggio fugge inorridito. Il violinista cerca di curare la propria omosessualita’ attraverso l’ipnosi, ma senza risultato e si rivolge quindi a un sessuologo che lo convince che la sua non e’ ne’ una malattia ne’ un’aberrazione. Körner trova cosi’ la forza per denunciare il ricattatore ma il processo si conclude con una lieve condanna anche per lui a causa del Paragrafo 175. Nei pochi giorni che precedono l’entrata in carcere, Körner si accorge che la gente lo scansa con imbarazzo e tutte le sue tournée sono state annullate. Disperato Paul Körner si toglie la vita.
Quasi certamente il primo film della storia del cinema a trattare espressamente il tema dell’omosessualita’ fondendo i generi del melodramma e del documentario. Se le pene d’amore di Paul Körner, con flashback dei suoi amori collegiali e il maledetto incontro con Bolleck rappresentano il lato sentimentale dell’opera, l’esposizione al convegno di sessuologia sull’omosessualita’ ha il rigore di un trattato scientifico con immagini che documentano una sessualita’ che si trova a punti intermedi tra i due estremi maschili e femminili (e’ l’assunto del film).
Ci e' giunta una versione parziale della pellicola, una cinquantina di minuti a fronte di un lavoro che doveva durare circa il doppio. La trama e’ tenuta insieme da lunghe didascalie che riassumono le parti mancanti a cui segue qualche fotogramma sopravvissuto. Non e’ difficile intuire la totale censura che il film deve aver subito durante l’epoca nazista e possiamo ritenerci fortunati se il materiale sopravvissuto e’ bastevole a restituirci il senso e lo stile dell’opera.
La messa in scena e’ molto convenzionale, a camera fissa, con poca attenzione alle scenografie per concertrarsi tutta sui primi piani dei protagonisti ed utilizzando spesso il fondo nero che risulta di forte impatto come nella scena in cui una commissione decide l’espulsione dal collegio del giovane Körner puntandogli severamente il dito contro, anticipando il tragico additamento a cui il violinista sara’ soggetto quando il suo stile di vita viene rivelato.
Mi ha molto colpito vedere Diverso dagli altri a pochi giorni dalla messa in onda di Ausmerzen di Marco Paolini che racconta le drammatiche conseguenze degli studi di eugenetica di quella classe di medici progressisti di cui fa parte anche il celebre sessuologo Magnus Hirschfeld, che interpreta se’ stesso nel film e che assolve il violinista dalle sue preoccupazioni dicendogli che la sua condizione gli permette comunque di condurre una vita produttiva...
Commovente la didascalia che narra la chiusa del film: una mano che cancella con una croce il Paragrafo 175 da un testo di giurisprudenza. Purtroppo la scena non ha avuto dono di preveggenza: quella mano, vent’anni dopo, avrebbe apposto un triangolo rosa sulle casacche degli omosessuali nei campi di sterminio.
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