Italia, 1966
con Vittorio Gassman, Catherine Spaak, Gian Maria Volonté, Enrico Maria Salerno, Maria Grazia Buccella, Barbara Steele, Carlo Pisacane, Folco Lulli
regia di Mario Monicelli
Tra le masserizie che alcuni villici, sopravvissuti all’assalto di un borgo, tentano di vendere all’ebreo Abacuc, si trova una pergamena imperiale che consegna al cavaliere latore della missiva il feudo di Aurocastrum, nelle Puglie. Abacuc conosce un cavaliere spiantato e la banda lo convince a dividere con loro le ricche proprieta’ che la pergamena promette. Dopo alcuni tentennamenti il prode Brancaleone da Norcia decide di mettersi al comando dell’armata e raggiungere la Puglia tra mille avventure..
Le avventure di un’armata sgangherata e imbelle cosi’ rappresentativa di un modo di fare sconclusionato che il titolo del film e‘ entrato nel linguaggio corrente con questa accezione ed e’ accettato anche dai dizionari della lingua italiana.
Il film racchiude tutti i temi centrali della teoretica filmica del regista: il suo occhio benevolo verso i perdenti, messi alla prova dalla Storia e legati da un forte senso di amicizia virile. In questa compagine tutta al maschile non si puo’ non citare la geniale componente animalesca rappresentata da Aquilante, lo malo caballo assurdamente tinto di giallo, fedele compagno delle mille avventure del suo cavaliere, pur restando sempre recalcitrante ed infido.
Un capolavoro del cinema popolare che mischia con grande abilita’ il basso con l’alto. Tra le pellicole che stanno alla base della sceneggiatura firmata da Age e Scarpelli e lo stesso Monicelli, c’e’ anche La sfida del samurai di Kurosawa a cui si ispira, in maniera stracciona e balorda, il trucco di Brancaleone.
C’e poi un chiaro intento di affrancare l’immaginario medievale dal modello fantasioso di stampo hollywoodiano e allora ecco la reinvenzione del linguaggio con un volgare maccheronico divertentissimo. L’ambientazione e’ filologicamente perfetta e i luoghi in cui la pellicola e’ girata, situati prevalentemente nel Lazio settentrionale, conservano ancora una chiara impronta romanica. Su questo rigore architettonico si inseriscono i costumi eccentrici di Piero Gherardi che riescono a sottolineare la dimensione medievale senza stravolgerla. Caso emblematico la famiglia di Teofilatto dei Leonzi presso cui l’armata si reca per chiedere il falso ricatto del cavaliere: i personaggi vengono rappresentati nella maestosa ieraticita’ dello stile bizantino. La mollezza di una civilta' decadente e' invece affidata alla parlata di Teofilatto e ai gusti sessuali estremi della zia Teodora.
La sigla animata porta il tratto inconfondibile di Emanuele Luzzati.
Il film e’ il regalo di Natale di Raimovie: sara trasmesso alle ore 21,00 il 25 dicembre.
Salve,
nell'augurarti Buon Natale vorrei invitarti a far parte di una giuria "virtuale" per l'assegnazione del premio di una delle categorie dei miei CINEMAeVIAGGI AWARDS 2009 che decretano i migliori film dell'anno.
Sto invitando tutti i blogger che trattano cinema, anche marginalmente, a votare tre film in ordine di preferenza.
Se fossi interessato, trovi le (brevi) istruzioni ed il form per votare a questo indirizzo:
VOTAZIONI CINEMAeVIAGGI 2010 AWARDS - PREMIO CRITICA BLOGGERS
Ti ringrazio da subito e di nuovo… Buon Natale!
AmosGitai
(((CINEMAeVIAGGI)))
Scritto da: (((CINEMAeVIAGGI))) | 24 dicembre 2010 a 03:02
grazie mille per gli auguri (che ricambio di cuore) e per l'invito, appena possibile passo da te
Scritto da: ava | 26 dicembre 2010 a 13:38
Ogni volta che vedo L'ARMATA mi diverto come la prima volta e sono poche le pellicole che mi fanno questo effetto
Scritto da: alp | 08 gennaio 2011 a 21:15