Nel 1955 a San Francisco, avviene la lettura pubblica dello scandaloso poema Urlo, opera prima del poeta Allen Ginsberg e manifesto poetico della cultura beat. Due anni dopo l’editore che ha pubblicato l’opera, Lawrence Ferlinghetti viene processato per oscenita’.
Finalmente una variazione poetica del genere biopic e non poetica perche’ il tema centrale ruota attorno a una poesia (o forse anche per questo) ma perche’ alcuni inserti a cartoni animati, disegnati da Eric Drooker e usciti anche in volume, esprimono in immagini tutta la forza lirica del testo di Ginsberg e si innestano sulla ricostruzione degli eventi storici dove il reading del ‘55 e i fatti che portano alla genesi del poema sono raccontati in bianco e nero mentre gli stralci del processo e la posizione del poeta del ’57 sono a colori. L'alternanza tra le scene processuali e l'intervista all'artista rappresentano chiaramente lo scontro tra le motivazioni di una generazione "ribelle" e lo sconcerto della classe borghese, scioccata dalle esperienze raccontate e dal linguaggio usato per narrarle. Contraddittorio perfetto a cui vanamente aspirano i dibattiti politici della nostra televisione e una commistione di stili cinematografici da cui esce vincente la forza prorompente e sovversiva della poesia.
Prova impegnativa e ben superata dal protagonista James Franco nei panni di Ginsberg, camei di contorno di vecchie glorie, mentre il povero Jon Hamm, nel ruolo dell'avvocato della difesa, inaspettatamente vittorioso, non riesce a liberarsi dell'ingombrante fantasma di Don Draper (Mad Men) e riporta sul grande schermo un personaggio che per look e apertura mentale ricorda il suo alter ego televisivo.
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