La nascita del social network piu’ famoso del mondo rievocata attraverso le vicende processuali parallele che hanno coinvolto il fondatore Mark Zuckerberg accusato da altri studenti di Harvard di furto intellettuale dato che si sarebbe ispirato a un loro progetto per creare Facebook; Zuckerberg viene citato anche dal suo (ex) migliore amico, nonche’ co-fondatore del sito, Eduardo Saverin, per essere stato estromesso dalla societa’ che aveva contribuito a creare.
Nella sua ultima opera il regista David Fincher compie un’operazione molto intelligente smontando l’alone mefistofelico che aleggia intorno alla figura di Mark Zuckerberg. Il piu’ giovane miliardario del mondo, non deve essere certamente un mostro di simpatia e probabilmente avra’ anche delle disfunzionalita’ nelle relazioni sociali, ma dal ritratto iniziale del nerd sfigato e cafone, invidioso e profittatore le pennellate cupe si fanno via via piu’ sfumate e Zuckerberg finisce per essere solo il furbo prodotto di un mondo estremamente competitivo. Ad inquietare alla fine del film non e’ tanto la personalita' dell’inventore di facebook ma la societa' americana, in particolare l’ambiente universitario. Harvard, faro del sapere e fucina delle guide del paese, pretende dai suoi allievi risultati elevatissimi non solo nello studio ma contemporaneamente anche nell’imprenditoria, possibilmente con la massima attenzione alla prestanza fisica (soprattutto se si e’ ragazze) e per giunta bisogna anche divertirsi come ventenni. Questo quadro, qui nella periferia dell’impero, regno dei precari e dei bamboccioni risulta praticamente irreale ma il giudizio del regista non e’ certo lusinghiero: l’avidita’ regna sovrana e se Zuckerberg ha sfruttato a suo vantaggio idee non sue, chi e’ stato eventualmente danneggiato ha saputo farsi rifondere i danni in maniera estremamente proficua, un ingordo gioco delle parti dove chi e’ in svantaggio non esita mai a mettersi a rimorchio di chi in quel momento e’ vincente: pare lo chiamino amicizia.
invece secondo me Fincher ha perso una buona occasione per fare un film inquietante, sulfureo ( lui avrebbe saputo farlo) Si è fermato al racconto, ben fatto ma per me è poco
Scritto da: alp | 25 novembre 2010 a 20:06