Non sarebbe per nulla disdicevole se in una saga cinematografica cosi’ longeva prendesse a prestito dalle serie televisive il brevissimo riassunto degli episodi precedenti che permette allo spettatore medio, che negli ultimi 18 mesi trascorsi dal film precedente e’ stato in altre faccende affaccendato, di capire a che punto era rimasta la storia di HP.
Per chi non e’ fan accanito del maghetto, risulta particolarmente difficile seguire quest’ultima pellicola che esula dalla cornice solita del viaggio in treno ad Hogwarts e dall’ambientazione scolastica nel celebre college magico, totalmente assente in questa prima parte in cui Harry coi fidi Hermione e Ron parte alla ricerca degli Horcrux, i sette oggetti in cui Voldemort ha suddiviso e nascosto la sua anima per ottenere l’immortalita’ (due son gia distrutti in passato).
Il viaggio dei tre amici che non potranno neppure ricorrere alle arti magiche per il trasporto in seguito a una ferita di Ron ma dovranno muoversi come comuni mortali, permette di fare una riflessione generale sullo stile della saga potteriana che ha certamente alcuni stilemi specifici rappresentati dai bruschi movimenti dei mezzi di trasporto magici, dal bus che si alzava o si restringeva nel secondo capitolo alle traiettorie fulminee degli ascensori del Ministero della Magia in quest’ultima opera. A queste peculiarita’ si aggiungono pero’ aspetti via via diversi per ogni pellicola che si rifanno ai film piu’ in voga del momento. Se e’ sempre forte il legame con Il signore degli anelli (l’influenza negativa del medaglione pari a quella dell’anello) si aggiunge una sorta di citazione dell’altra saga must degli adolescenti cresciuti con Harry, Twilight, ed allora ecco che in quest’ultima pellicola i paesaggi mozzafiato assurgono ad un ruolo piu’ importante e i ghermitori hanno l’aria delle bande vampiresche di Twilight da cui derivano anche gli inseguimenti nella foresta. C’e’ anche una breve sequenza apocalittica che ricorda vagamente The road.
Nonostante i 146 minuti di durata dedicati solo alla prima parte della vicenda, il film non riesce ad approfondire le tematiche del volume (ad esempio i chiaroscuri della figura di Albus Silente) ma e’ una cavalcata tra mille situazioni che solo chi ha letto il romanzo puo’ comprendere e anche se c'e' qualche buona trovata, come l’inseguimento durante il trasferimento di Harry col sidecar e soprattutto l’inserto a cartoni che coniuga il fascino delle ombre cinesi con un tratto di gusto burtoniano, queste chicche si disperdono nella lunghezza infinita del film. Sono piacevoli le scenografie con le case bislacche dei Weasley e di Luna Lovegood e i costumi (voglio una giacca a 5/6 colletti come Elphias Doge, al matrimonio!)
Avviso a chi soffre di ofidiofobia: stare all’erta, Nagimi e’ sempre piu’ realistica ed aggressiva ed e’ l’unico elemento davvero spaventevole di tutta la pellicola, non solo per chi ha la fobia dei serpenti.
non mi sembra così assurdo che non ci sia un previously...in fin de conti parliamo di una saga di sette film!non si può cominciare dalla fine e pretendere che perdano tempo a riassumere il passato....comincieresti il signore degli anelli dal ritorno del re?
Scritto da: Alessia | 27 novembre 2010 a 19:41
è vero che chi non è un fan forse non riesce a seguire la trama del film, hai colto credo uno dei difetti della pellicola, che resta a mio parere una delle migliori della serie (forse seconda solo al quarto capitolo diretto da newell, il calice di fuoco).
Scritto da: Monsier Verdoux | 15 dicembre 2010 a 16:44