E’ sempre un piacere segnalare le mostre che si tengono in musei relativamente nuovi e/o delocalizzati perche’ vantano un personale estremamente cordiale e disponibile, caratteristica molto rara da trovare in istituzioni museali piu’ rodate.
L’esposizione che il Forte di Bard dedica ad Alphonse Mucha, maestro indiscusso dell’art nouveau vuole celebrare il centocinquantesimo anniversario dalla nascita dell’artista (Ivančice, 24 luglio 1860) indagando anche gli aspetti meno noti della sua arte.
E’ esposta una grande collezione di foto scattate da Mucha, che usava il mezzo fotografico sia come base per le sue opere, riprendendo i modelli in posa, che come pura espressione artistica dilettandosi principalmente nei ritratti ma c’e’ in mostra una foto che rappresenta delle silhouette di persone che si stagliano sulla neve che potrebbe quasi anticipare "i pretini" di Giacomelli.
Un altro lavoro poco conosciuto dell’artista boemo e’ il ciclo pittorico Epopea Slava realizzato tra il 1910 e il 1928 e regalato dal pittore alla citta’ di Praga quando divenne capitale della repubblica cecoslovacca. Spinto dai suoi ideali di pace e umanita’, Mucha desiderava per il popolo slavo un futuro di fratellanza e d’indipendenza dall’impero asburgico ed espresse tutto il suo afflato in venti tele di grandi dimensioni che esaltavano la popolazione slava.
Ovviamente il nucleo centrale della mostra e’ rappresentato dai manifesti liberty che decretarono il successo dell' artista, il cui stile sensuale spopolo' a cavallo tra il XIX e il XX secolo. La sua cifra personale riconoscibilissima e' stata espressa in formule precise, ad esempio la composizione a Q dove la figura femminile viene disposta in maniera asimmetrica all’interno di uno sfondo circolare e parte del corpo fuoriesce sul lato rappresentando in questo modo la lettera Q.
Non mancano gli affiches creati per promuovere le rappresentazioni teatrali che avevano per protagonista Sarah Bernhardt con cui Mucha collaboro’ a lungo, i manifesti pubblicitari e le serie dedicate ai fiori o alle pietre preziose.
Il successo porta l'artista a cimentarsi anche come architetto disegnando alcuni padiglioni per l’Esposizione Universale di Parigi e gli arredi per il negozio del gioielliere Fouquet a Parigi, in Rue Royale di fronte a Chez Maxime.
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