In seguito alla morte di un collega sul posto di lavoro, Toni, un operaio di Marghera viene invitato a Roma per intervenire ad una trasmissione televisiva. Nella capitale conosce altri precari che lo coinvolgono nel rapimento del ministro del lavoro. L’azione si deve svolgere in una sauna, ma i vapori del bagno fanno confondere gli improvvisati criminali che prelevano il politico sbagliato, un umile sottosegretario..
Il messaggio e’ chiaro fin dal titolo: l’Italia non e’ in grado di affrontare le sfide di questi tempi perche’ ripiegata nell’esaltazione nostalgica del favoloso ventennio degli anni ‘60/’80 e ogni tentativo di reazione passa attraverso stilemi appartenenti a quegli anni che culmina con l’anacronismo lampante dell’azione dimostrativa legata al rapimento politico. L’empasse e’ pero’ soprattutto culturale e i riferimenti di tutti i protagonisti, dal nostalgico marxista, alla giornalista alternativa fino al politico vanno dal pop orecchiabile di Alan Sorrenti alla riflessione alta di Luigi Tenco. Il rifugiarsi nel passato qualunquista del “stavamo meglio quando stavamo peggio” diventa immersione totale quando il covo si sposta in Val d’Aosta, in un vecchio condominio di appartamenti per vacanze nei pressi di Cervinia, custode di cimeli dei gloriosi anni’70-’80: pile di vecchi quarantacinque giri e vecchie tute da sci dagli inserti improbabili.
La critica che si puo’ fare al divertente film di Lucio Pellegrini e’ quella di non essere cattivo e graffiante come una commedia all’italiana ma forse anche questo appunto ha un che di nostalgico. E’ apprezzabile invece il coraggio della sceneggiatura di affastellare situazioni sempre piu’ surreali e mantenerle credibili e divertenti (la scoperta degli altri condomini di avere i rapinatori nello stabile) e di tirare tutte le fila in un finale agrodolce ma una volta tanto non aperto, il che e’ piu’ che encomiabile.
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