Stressato dalle responsabilita’ della vita domestica, dopo la nascita dei tre orchetti gemelli, Shrek sogna solo di poter tornare alla solitaria vita prematrimoniale e per poter realizzare il desiderio di essere ancora un temibile orco, almeno per un giorno, firma un contratto magico con Tremotino. Quello che Shrek non sa e’ che Tremotino lo odia a morte perche’ quando l’orco libero’ dall’incantesimo Fiona, fece sfumare il contratto che l’infido mago stava siglando con i genitori della principessa disposti a cedergli il regno pur di liberare la figlia dal maleficio..
Scampoli e fondi di magazzino per raffazzonare una storia che permetta di sfruttare la saga di Shrek, giunta al quarto episodio, per il mero ritorno economico del 3D. Il film dura solo 93 minuti e per quanto io sia una fan delle pellicole non troppo lunghe, in questo caso e’ lampante che la brevita’ sia dovuta soprattutto alla mancanza di idee e si cerca di allungare il brodo con un contorno di insensati balletti.
Vivranno anche felici e contenti alla fine, ma quanto spiace assistere alla fine di un mito durato meno di un decennio: dello spirito anarchico e citazionista che rese grande Shrek, non resta piu’ nulla, siamo di fronte a un prodotto quasi parodistico dove vengono reiterati senza alcun costrutto i tratti distintivi dei vari personaggi. Si tenta anche la carta della commozione nel finale ma decisamente non funziona: non si piange e si ride molto poco. L’unica figura veramente azzeccata del mondo parallelo creato dal contratto stipulato da Shrek e’ quella del Gatto con gli Stivali che da prode spadaccino si e’ trasformato in un grasso gatto di casa spazzolato due volte al giorno.
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