Жизнь за жизнь (Zhizn za zhizn) titolo originale
A Life for a Life titolo internazionale
conosciuto anche come Her Sister's Rival
Russia, 1916
con Vera Kholodnaya
regia di Evgenij Bauer
La milionaria Chromova ha allevato come due sorelle la figlia biologica Musja e l’adottiva Nata anche se tutti i suoi beni sono destinati alla figlia carnale. Per questo motivo il principe Bartinskij che si era invaghito della bellissima Nata, finisce per chiedere la mano di Musja, puntando al suo denaro per ripianare i debiti di gioco. Bruciata la dote di Musja, il principe arriva a falsificare la firma di Zhurov, marito di Nata con la quale ha ripreso a frequentarsi. La Chromova rivela al cornuto la tresca confidando che l’uomo uccida il genero ma Zhurov si limita a denunciarlo per frode. Per salvare l’onore della famiglia la Chromova uccide il principe.
Uno dei pochissimi film della cinematografia presovietica che ci sono arrivati, firmato da Evgenij Bauer, che nei suoi foschi melodrammi anticipa gli ideali dell’imminente rivoluzione e infatti quanto sono cattivi i ricchi in questa pellicola: il principe Bartinskij e’ il nobile degenere per eccellenza, dissipatore e libertino; Zhurov, da tempo innamorato della bella Nata, e’ quello che consiglia il principe di buttarsi su Musja per la ricca dote quando questi gli confida il suo amore per la bella fanciulla povera e la Chromova che ha allevato “senza distinzione” le due ragazze, non esita a rinfacciare alla figlia adottiva che l’ha mantenuta e a pretendere che rinunci ai suoi sentimenti quando la ragazza, il giorno delle nozze, confida alla madre i suoi sentimenti per Bartinskij e le motivazioni economiche che hanno spinto il principe a preferirle la sorella.
Non un grande esempio di amore materno, quello della Chromova ma la figura della vecchia milionaria e’ davvero molto interessante: la donna gestisce con piglio deciso i beni di famiglia, passa le sue giornate in fabbrica e non si fa scrupolo ad impugnare la pistola per salvare l’onore della figlia, certo nella sua casa manca una figura maschile, ma la Chromova non sembra proprio averne bisogno, gia' nel lontano 1916.
L’unico personaggio che si salva e’ Nata, coinvolta suo malgrado in questo triangolo amoroso solo per mancanza di denaro. La pellicola indugia molto nel narrare i tormenti della fanciulla costretta a un matrimonio senza amore e a soffocare i suoi veri sentimenti dando cosi’ agio alla protagonista di struggersi in sospiri e aggrapparsi ai drappi di velluto che non possono mai mancare in una pellicola belle epoque.
Le scenografie del film sono particolarmente lussuose con grande profusione di fiori, gli arredi dell’appartamento di Zhurov e del palazzo di Bartinskij, poi, sono squisitamente art nouveau.
La bella Nata e’ interpretata da Vera Kholodnaya, forse la piu’ grande star del cinema muto russo morta a soli 25 anni di febbre spagnola ad Odessa, nel 1919. Le sue esequie vennero filmate e proiettate ottenendo incassi maggiori dei film interpretati dall’attrice.
lo storify della discussione in inglese su twitter riguardo il film è qui http://storify.com/avadesordre/vita-per-la-vita
Scritto da: ava | 23 giugno 2012 a 16:00