Ho trovato particolarmente gustoso questo esperimento letterario che ha portato Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli a far interagire i loro personaggi piu’ famosi.
Tutto nasce dall’iniziativa personale dell’ispettore capo della polizia bolognese Grazia Negro a cui e’ stato tolto il caso di un omicidio dalle modalita’ insolite. Siccome la vittima, Arturo Magnifico, era originario di Vigata, la Negro chiede la collaborazione del celebre commissario siciliano per un’inchiesta privata che si rivela piu’ pericolosa del previsto e che prende una piega inaspettata: non ci vuol molto ai due poliziotti per intuire cosa ci sia dietro alla morte di Magnifico ma ben presto i due si ritrovano ad essere nel mirino di segugi senza scrupoli e solo con un colpo di scena ricco di humor nero che mette anche in dubbio la bonta’ di Montalbano, i due investigatori riusciranno a risolvere il caso.
Cento pagine grondanti intelligenza ed ironia, mettendo alla berlina soprattutto la figura di Montalbano: oltre che passare per assassino nel finale, un incompleto trafiletto di giornale ironizza anche sulla sua morte che come tutti sanno e’ gia scritta, e conservata nella cassaforte della casa editrice Sellerio.
Il gioco parte gia’ dal titolo, quell’acqua in bocca che allude sia alla modalita’ con cui e’ stato ucciso Magnifico che al fatto che l’indagine debba essere portata avanti con segretezza ed e’ un piacere scoprire i vari modi escogitati dai due protagonisti per tenersi in contatto.
In Acqua in bocca non si incontrano solo Montalbano e Grazia Negro ma anche i loro abituali comprimari, Camilleri schiera Ingrid, una Livia sempre piu’ gelosa, Mimi' Augello e l’ineffabile Catarella a cui e’ dedicata una paginetta fantastica sulla sua odissea con le ferrovie italiane che trova fine solo grazie all’intervento della Polfer.
Grazia Negro cita il suo fidanzato Simone e e puo’ contare soprattutto sulla aiuto di Balbo, l’agente Balboni che di solito opera nella squadra di Coliandro e il mitico ispettore rimane coinvolto suo malgrado in questa vicenda, ovviamente senza capire perche’.
A chiusura del romanzo un’interessante postfazione dell’editore di Minimun fax, Daniele di Gennaro, narra la genesi di questo esperimento letterario che tiene molto conto del profilo televisivo e cinematografico dei due protagonisti tanto che gli attori che li hanno portati sullo schermo (Lorenza Indovina e Luca Zingaretti) prestano le loro fattezze anche per le foto del volume che si chiude con i titoli di coda, speriamo che sia un ottimo auspicio per una versione televisiva o cinematografica del racconto!
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