Virginia, 1976. Mentre la sonda spaziale Viking invia le prime immagini di Marte le cose non vanno molto bene per la famiglia Lewis: la crisi economica fa cancellare la borsa di studio del piccolo Walter, Arthur, il marito, viene eliminato dalle selezioni per diventare astronauta e Norma, la moglie, si vede costretta per l’ennesima volta a rimandare l’operazione al piede che risolverebbe una grave menomazione che la rende zoppa. Ma un giorno Norma ed Arthur Lewis ricevono una strana proposta da un individuo altrettanto bizzarro: se schiacceranno un pulsante riceveranno un milione di dollari ma una persona che non conoscono morira’...
Qualche anno fa si saccheggiavano i racconti di Philip K. Dick, ora pare che il cinema stia rivolgendo la sua attenzione a Matheson, e dopo la pessima versione di Io sono leggenda tocca a Richard Kelly, l’autore di Donnie Darko, martoriare il racconto Button button scritto dall’autore nel 1970.
Lo spunto della vicenda, accettare o no il milione di dollari sapendo che costera’ la vita a qualcuno e’ decisamente interessante, molto meno lo sviluppo della storia che manca di ritmo cercando di puntare tutto sulle atmosfere misteriose create dai personaggi di contorno dagli sguardi fissi o dalle risate allucinate. Si scade pure nel sentimentalismo di ambientare l’azione nel periodo natalizio con un matrimonio da celebrare, tutte situazioni che dovrebbero sottolineare per contrasto l’atmosfera da incubo che tocca alla famiglia Lewis, ma il meccanismo mostra la corda. Quello che invece risulta lampante e’ la misoginia della pellicola: nelle tre famiglie che ricevono la proposta di servirsi della scatola con meccanismo a pulsante, ad agire e’ sempre la moglie, novella Eva che, come al solito, non sa resistere alla tentazione e di conseguenza paga il prezzo piu’ caro mentre l’uomo riesce sempre a sfangarla.
Non voglio fare spoiler ma la spiegazione che sta dietro alla vicenda e’ molto classica, solo che una volta c’era il sano ottimismo americano degli anni ’50/’60 che trovava una via di uscita, mentre nei disillusi anni ‘10 del XXI secolo il perdono non viene concesso neppure se implorato, la possibillita’ di sfuggire all’atroce ricatto finale viene accennata ma lasciata in sospeso e l’unica consolazione e’ lasciata a una fugace visione dell’aldila’. Deludente
storia assurda! chi accetterebbe un milione di dollari da uno con mezza faccia? è storia di fantascienza e tutto è lecito, ma quello che è accettabile in un racconto in un film lo è molto meno!
Scritto da: gigi | 24 luglio 2010 a 21:33
gli alieni che ci mettono alla prova per vedere quanto siamo avidi viaggiano nei fulmini ma non ho capito se è per colpa della wiking che si sono interessati a noi
Scritto da: reaper | 18 agosto 2010 a 17:08
reaper, e' un'idea interessante che mi ero posta anche io quella della wiking che va a "nastuzzare" gli alieni, ma resta nubolosa come tutto il film :/
gigi, chi andrebbe ad aprire al campanello che suona alle 6 di mattina (o prima)? che, non li hanno i testimoni di geova, in ammmerica? ;)
Scritto da: ava | 23 agosto 2010 a 17:41