Kevin, giovane soldato americano appena tornato dall’Iraq, si regala il viaggio che ha sempre sognato nel paradiso per bikers sulle Alpi, il Passo delle Ombre. Qui conosce la bella Angeline, con la stessa passione per le bici; tra i due sta per nascere l’amore ma la coppietta attira le attenzioni malevoli di due cacciatori fuori di testa che passano dalla caccia ai cervi a quella dei bikers. L’inseguimento porta i quattro ad addentrarsi in zone sconosciute del bosco su cui aleggiano fosche leggende..
Federico Zampaglione, ex leader dei Tiromancino, torna dietro la macchina da presa dopo l’esperienza fallimentare di Nero bifamiliare dimostrando di aver ben assimilato le regole del genere horror con la costruzione di una storia carica di tensione che nella valida spiegazione finale si trasforma in un j’accuse contro gli orrori della guerra.
Il regista fa affidamento sui topos classici del genere, dal bosco al casolare isolato dove abita il solito pazzoide sadico, che questa volta si fa ricordare per uno dei volti piu’ inquietanti visti sul grande schermo da tempo immemorabile, quello dell’attore svizzero Nuot Arquint.
Anche lo stile di ripresa dimostra una certa abilita’ passando dai concitati inseguimenti della prima parte della pellicola a soluzioni molto classiche, come l’omicidio fuori campo raccontato attraverso il dettaglio dell’arma e lo spruzzo di sangue sul terreno.
Per l’originalita’ con cui maneggia i diktat dell’horror, Zampaglione si candida a diventare il Rob Zombie italiano, seguendone l'esempio anche nel firmare l’aggressiva colonna sonora del film, ma la vera chicca venata di ironia e’ l’uso del classico La strada nel bosco durante la cattura notturna di Kevin.
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