The Age of Innocence
USA 1993Alexis Smith:
con Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer, Winona Ryder, Alexis Smith, Geraldine Chaplin, Mary Beth Hurt, Alec McCowen, Richard E. Grant, Miriam Margolyes, Robert Sean Leonard, Siân Phillips, Jonathan Pryce, Michael Gough, Stuart Wilson, Joanne Woodward
regia di Martin Scorsese
New York 1870. L’arrivo in citta’ della contessa Olenska tornata dall’Europa per sfuggire al suo pessimo matrimonio, getta scompiglio nel conformismo del bel mondo cittadino. A farne le spese sara’ soprattutto Newland Archer: il baldanzoso giovanotto, promesso sposo della cugina della contessa, cerca di proteggere la donna per salvare l’onore della famiglia della fidanzata ma finira’ per innamorarsi di lei.
L’etologia ci insegna che le pacifiche colombe sono gli animali più feroci nei combattimenti perché non conoscendo la violenza non hanno freni inibitori. Il bel mondo della New York della seconda meta’ dell’ottocento, proprio per la sua eleganza formale riesce ad essere altrettanto crudele e Martin Scorsese porta sul grande schermo il celebre romanzo di Edith Wharton con l’attenzione di uno studio etologico, descrivendo puntualmente la vita sociale, la finezza degli arredi dalle raffinate porcellane di un mondo che dovrebbe essere nuovo ma che e’ la copia piu’ austera e meno vitale della vecchia Europa dove pur malmaritata, la Olenska poteva condurre una vita interessante frequentando artisti di ogni genere.
Un discorso a parte merita l’imponente quadreria che contraddistingue ogni casa e i suoi abitanti. I sussiegosi ritratti di famiglia dei influenti Van der Luyden, il nudo scandaloso che domina uno dei salotti del lascivo Julius Beaufort fino al celebre quadro di Khnoppf che verra’ dipinto una quindicina di anni dopo gli avvenimenti raccontati e che simboleggia quanto l’anticonformismo della Olenska sia precursore dei tempi (crf la fondamentale scheda sul dizionario Mereghetti).
Oltre che un magnifico spaccato storico che ha lanciato costumisti e scenografi come Dante Ferretti e Gabriella Pescucci, la pellicola racconta la presa di coscienza del proprio fallimento da parte del protagonista, quel Newland Archer che all’inizio della pellicola si crede superiore ai suoi simili perche’ guarda con simpatica condiscendenza l’eccessivo formalismo di cui sono schiavi e che lui si sente in grado di gestire. L’incontro con la Olenska lo mette di fronte a una persona che davvero osa sfidare il perbenismo imperante e Archer sarebbe pronto a seguirne l’esempio fuggendo con lei, ma solo molti anni dopo, ormai vecchio e vedovo, Archer scopre che tutta la sua vita e’ stata decisa da May, l’ingenua fidanzata poi moglie che l’uomo ha sempre creduto incapace di comprendere i meccanismi della vita sociale mentre fin dalla piu’ tenera gioventu’ May e’ stata in grado di tirarne sapientemente i fili tenendosi un fidanzato che era sul punto di perdere e condizionando anche la vita matrimoniale senza che lui se ne rendesse conto.
L’abilità manipolatrice della serafica May e’simboleggiata dalla scultura che immortala le sue mani e che la giovane si fa fare a Parigi in viaggio di nozze: il marmo troneggia ancora in casa Archer anche dopo anni che la donna si e’ spenta serenamente per malattia. Tutto il film e’ pervaso da un’attenzione delle mani per la loro impossibilita’ di mantenere la maschera sorridente del volto quindi furtive prese di mani, guanti slacciati per baciare i palmi, sognati abbracci, sono il sintomo nervoso e furtivo dell’insofferenza alle regole dei due infelici amanti.
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