E’ una favola gelida quella che Haneke fa raccontare al suo narratore che rievoca, a molti anni di distanza, l’escalation di inquietanti incidenti rimasti senza colpevole, che sconvolsero un villaggio della Prussia dove, chi ci narra la vicenda era un giovane maestro.
Come anticipa dal prologo il narratore, mentre le immagini del ricordo emergono dal nero della memoria, quei fatti potrebbero servire a chiarire gli eventi che si svilupparono in Germania negli anni a seguire. E’ chiara l’allusione al Nazismo che prese piede subito dopo la Prima Guerra Mondiale.
Paolo Mereghetti nella sua recensione su Il Corriere della Sera, del 29 ottobre 2009 dice di trovare troppo riduttivo e meccanico il rapporto tra il rigido potere esercitato dalle figure maschili su quei bambini che daranno poi vita a una generazione i cui principi folli porteranno la nazione (e il mondo) alla distruzione.
A me pare che l’ambiguita’ del regista, la cui mancanza lamenta il Mereghetti, si concentri tutta nella figura del narratore che come lui stesso tiene a specificare, e’ un testimone parziale di alcune vicende che ha solo ricostruito e anche i ricordi sono, per sua ammissione, offuscati dal tempo. Perche’ la necessita’ di questa premessa se non per giustificare in qualche modo la ricostruzione di una realta’ in cui tutti sono cattivi tranne proprio la figura del maestro e della sua tenera fidanzata, Eva? Certo, il testimone per sua natura cerca sempre di edulcorare la propria posizione, ma dov’e’ l’influenza benigna dell’insegnante su questa infanzia votata alla perversione? Del resto il maestro non doveva essere un cosi' alto senso della missione dell’insegnamento se al ritorno dalla guerra rilevo' la vecchia e ben piu’ proficua professione paterna di sarto...
Ecco allora che tra le pieghe della testimonianza si cela un altro elemento che rende meno meccanicistico il rapporto tra coercizione e nazismo: l’incapacita’ di impedire l’innescarsi di questo processo da parte di chi ne aveva lo specifico compito.
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Veramente un gran bel film. Arte cinematografica
Scritto da: El Gordo loco/Echidna Argenteo | 10 maggio 2010 a 15:52