Una band di musicisti dilettanti che ha chiamato il gruppo con l’improbabile nome de Le pale eoliche, decide di attirare l’attenzione su di se’ attraversando la Basilicata a piedi per raggiungere il festival musicale di Scanzano Jonico. L’impresa viene seguita svogliatamente dalla giornalista di una piccola testata.
Liquidare la divertentissima commedia con cui Rocco Papaleo debutta alla regia come un omaggio della stralunata comicita’ dell’artista alla sua terra natia e’ davvero limitato. Ne’ si puo’ dire, visto che la traversata non andra' a buon fine, che la pellicola si limiti alla banale morale che l’importante e’ il viaggio e non la destinazione. L’opera di Papaleo propone una riflessione sul fallimento. Se al personaggio interpretato dal regista piace pensare che un paese abbandonato dopo una frana causata ad un ampliamento della rete fognaria, abbia deciso di rifiutare il progresso, la stessa filosofia di vita si puo’ applicare ai membri della scalcagnata band e alla giornalista che documenta la loro avventura: sono tutti dei falliti che hanno rifiutato un confronto serrato con l’esistenza e si sono bloccati davanti alle difficolta’. Questo non impedisce che rappresentino un modello positivo perche’ il rifiutare gli schemi di un modello vincente permette di sviluppare la propria originalita’, il cosiddetto pensiero laterale, di cui la pellicola da' prova diretta in una delle scene piu’ divertenti ed inaspettate viste sugli schermi in questi ultimi anni, l’arrivo dei briganti a cavallo con il casco in testa. In questa logica ben venga anche la messa in scena molto criticata dei culi nudi dei protagonisti: per un minuto e mezzo di tale rappresentazione (neppure consecutiva) una spettatrice che sedeva dietro di me ha inveito per dieci minuti buoni allo schifo piu’ assoluto e anche molti critici bollano le due scene di inutile volgarita’. Il bello e’ che se c’e’ un film comico italiano dove non c’e’ mai un doppiosenso o una battutaccia volgare e’ proprio Basilicata coast to coast, anzi Papaleo riesce a mostrare il preludio di un rapporto sessuale a tre con gioiosa naturalezza e dolcezza, evento quasi inconcepibile per il cinema italiano da sempre predisposto a mostrare morbosamente il sesso dal buco della serratura. Lo scandalo di quattro sederi maschili nudi nasce dal fatto che sono bianchicci e flaccidini, come natura vuole che tocchi a degli ultraquarantenni anche se uno di questi (Alessandro Gassman) pochi anni fa ha posato per un calendario supersexy che immagino non abbia schifato la spettatrice di cui sopra; ma temo che lei come tanti altri abbia dimenticato che, anche tacendo di photoshop, non si puo’ sempre stare in posa come il discobolo con le natiche ben spinte in fuori.
Ciao, sai cosa ti dico ?
Questo e' per ora il film piu' bello che ho visto quest'anno !
Scritto da: roy | 24 aprile 2010 a 09:30