Los Angeles,1962. George Falconer e’ un raffinatissimo professore universitario vittima di una profonda depressione seguita all’improvvisa morte del compagno in un incidente automobilistico. Sopraffatto dai ricordi di 16 anni di vita in comune, Falconer trascina a fatica la sua solitudine tra l’attivita’ universitaria e la compagnia di Charlie, la sua migliore amica, sempre piu’ affascinato dall’idea del suicidio..
Quando sa essere beffarda la vita: nel giorno che Falconer ha scelto con precisione meticolosa essere il suo ultimo perche’ non sa piu’ sopravvivere alla perdita del suo grande amore gli incontri si fanno piu’ densi e aprono flebili spiragli sulla possibilita’ di un futuro che da tempo il protagonista non vedeva piu’; ma accantonati (o definitivamente abbandonati?) i propositi di suicidio, il destino gioca lo scherzo crudele dell’attacco di cuore, un cuore certo spezzato dal troppo dolore ma cosa avra’ pensato Falconer in quegli ultimi istanti? Sara’ stato felice di poter finalmente ritrovare il suo Jim o avra’ rimpianto la possibilita’ di un nuovo inizio di una vita che sembrava finita?
Un finale intenso per l’opera prima dello stilista Tom Ford che ha colpito per la naturalezza con cui il debuttante si e’ approcciato alla regia e alla scrittura filmica del romanzo di Christopher Isherwood. L’opera e’ indubbiamente raffinata ed elegante soprattutto nella composizione visiva anche se a volte si ha l’impressione di essere in uno spot pubblicitario, di quelli molto sofisticati che andavano di moda tra gli anni ‘80 e ‘90.
Meritatissima la Coppa Volpi per Colin Firth, (nominato anche agli Oscar 2010) dolente protagonista sulle cui spalle poggia tutto il film.
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