Bilal, diciassettenne curdo, ha lasciato Mossul a piedi per andare Londra a ritrovare la fidanzata. Il suo sogno d’amore si infrange a Calais dove scopre la difficolta’ dei clandestini di raggiungere l’isola britannica. Bilal decide allora di attraversare la Manica a nuoto e per farlo inizia a prendere lezioni nella piscina comunale di Calais da un bagnino che prendera’ a cuore la sua situazione...
Un film che entra nel cuore come una lama gelida lasciando lo spettatore disarmato davanti all’ingenuita’ e alla determinazione di Bazda, il ragazzino corridore che ha lasciato l’Iraq per amore e pensa di cavarsela attingendo al sogno velleitario, tipico del villaggio globale: diventare calciatore nel Manchester United.
Il regista Philippe Lioret illustra con il freddo distacco di un documentario la tragica situazione dei clandestini che si accampano sulle coste francesi nella speranza di attraversare la Manica ma soprattutto ci mette di fronte alla nostra solitudine incarnata nel personaggio di Simon (un intenso e dolente Vincent Lindon) bagnino cinquantenne con un passato agonistico alle spalle e un matrimonio appena fallito che ha davanti a se’ un futuro di solitudine fatto di cene monoporzione al tavolo di un pub o davanti alla tv. Simon non sa restare indifferente davanti all’ingenua determinazione di Bilal e fa quanto piu’ proibito, espressamente dalla legge francese ma tacitamente da tutta la nostra societa’: si lascia coinvolgere dalla vicenda del ragazzo curdo e minorenne (che avrebbe quindi tutto il diritto all’accoglienza) prendendosi cura di lui e consigliandolo come se fosse un figlio.
Non stiamo assistendo ad una fiaba a lieto fine e per quanto ci si possa illudere durante la visione, il finale sara’ amarissimo, in linea con il sarcastico titolo, quel Welcome che scriviamo sugli stuoini ma di cui non conosciamo piu’ il significato.
Intenso, vero, bello
Scritto da: El Gordo loco/Echidna Argenteo | 10 maggio 2010 a 15:55