Si prevedono tempi goduriosi per gli appassionati dei film di fantascienza, visto che l’anno appena concluso ha rivelato due nuovi talenti alla regia che hanno debuttato in questo genere. Distric 9 e Moon sono pellicole apparentemente distanti, un blockbuster di effetti speciali in pieno stile hollywoodiano quello del regista sudafricano Neill Blomkamp e un rarefatto film di chiara matrice europa per il britannico Duncan Jones.
Entrambi i film pero’ guardano alla fantascienza come rilettura filosofica dei nostri tempi ed in entrambe le pellicole il male e’ rappresentato dalle multinazionali senza scrupoli che in nome del profitto non esitano a sacrificare i propri dipendenti dandogli la caccia in Distric 9 o utilizzandone senza permesso il DNA per fare un clone in Moon.
Con un stile che procede per sottrazione, Jones ci racconta la lenta presa di coscienza di Sam Bell che svolge un lavoro estremamente solitario, unico umano che, con l’aiuto del robot GERTY, dirige una stazione mineraria sul lato oscuro della Luna. Il contratto dura tre anni e poi l’uomo potra’ tornare sulla Terra dalla moglie e dalla figlia, intuibilmente con un guadagno molto ingente. Pochi giorni prima della risoluzione del contratto Sam ha un incidente da cui si risveglia dopo qualche giorno di coma, il comportamento di GERTY e’ piuttosto ambiguo e in breve tempo Sam capira’ la propria vera natura: e’ l’ennesimo clone di un astronauta che ha lavorato per la compagnia mineraria Lunar quindici anni prima.
L’ambientazone asettica dell’astronave che ricorda la cara vecchia Base Lunare Alpha di Spazio 1999 e la compagnia di un enigmatico robot, vaga reminiscenza di HAL 9000 di 2001 Odissea nello spazio, mettono subito lo spettatore in una situazione di ansia mentre il regista continua ad osservare con distaccata indifferenza le dinamiche tra i Sam e GERTY nella terribile scoperta della verita’.
Grande prova d’attore per Sam Rockwell, davvero immenso nel reggere tutto il film da solo.
Entrambi i film pero’ guardano alla fantascienza come rilettura filosofica dei nostri tempi ed in entrambe le pellicole il male e’ rappresentato dalle multinazionali senza scrupoli che in nome del profitto non esitano a sacrificare i propri dipendenti dandogli la caccia in Distric 9 o utilizzandone senza permesso il DNA per fare un clone in Moon.
Con un stile che procede per sottrazione, Jones ci racconta la lenta presa di coscienza di Sam Bell che svolge un lavoro estremamente solitario, unico umano che, con l’aiuto del robot GERTY, dirige una stazione mineraria sul lato oscuro della Luna. Il contratto dura tre anni e poi l’uomo potra’ tornare sulla Terra dalla moglie e dalla figlia, intuibilmente con un guadagno molto ingente. Pochi giorni prima della risoluzione del contratto Sam ha un incidente da cui si risveglia dopo qualche giorno di coma, il comportamento di GERTY e’ piuttosto ambiguo e in breve tempo Sam capira’ la propria vera natura: e’ l’ennesimo clone di un astronauta che ha lavorato per la compagnia mineraria Lunar quindici anni prima.
L’ambientazone asettica dell’astronave che ricorda la cara vecchia Base Lunare Alpha di Spazio 1999 e la compagnia di un enigmatico robot, vaga reminiscenza di HAL 9000 di 2001 Odissea nello spazio, mettono subito lo spettatore in una situazione di ansia mentre il regista continua ad osservare con distaccata indifferenza le dinamiche tra i Sam e GERTY nella terribile scoperta della verita’.
Grande prova d’attore per Sam Rockwell, davvero immenso nel reggere tutto il film da solo.
Gran bel film
Scritto da: Gordo loco | 22 gennaio 2010 a 17:08
oh yes!
ciao gordo :)
Scritto da: ava | 27 gennaio 2010 a 17:53
Come vedi ti leggo sempre :-)
Scritto da: Gordo loco | 28 gennaio 2010 a 10:04