Martina e’ una bambina rimasta muta in seguito alla morte del fratellino neonato spirato tra le sue braccia. Attraverso i suoi occhi seguiamo la vita della sua famiglia e dei suoi compaesani sull’Appennino emiliano nei mesi che precedono e nei giorni che seguono la terribile strage di Marzabotto iniziata il 29 settembre 1944 per concludersi il 5 ottobre 1944.
L’uomo che verra’ non e’ propriamente un film sulla strage di Marzabotto, Diritti prosegue la sua teoretica iniziata nella sua opera prima, Il vento fa il suo giro , che consiste nella narrazione di mondi di matrice contadina appartati come la comunità occitana delle valli cuneesi del film precedente o scomparse, come la vita contadina ai margini della montagna continuata per secoli con le sue leggi ataviche e dure fino al dopoguerra, raccontata nella pellicola attualmente nelle sale. Al regista preme raccontare l’impatto di un un mondo arcaico guidato da leggi secolari con la follia moderna di una guerra crudele che colpisce la popolazione e la costringe suo malgrado a cercare di mantenere un equilibrio impossibile tra le richieste dei partigiani e quelle dei tedeschi: qualunque sia il pensiero politico degli abitanti, essi sono comunque costretti a dividere i magri raccolti con i tedeschi che confiscano e i partigiani che promettono pagamenti a guerra finita.
Il racconto ha i ritmi lenti di un mondo ormai scomparso e fa pensare a L’albero degli zoccoli di Olmi, maestro di cui Diritti e’ il più fedele allievo, anche per la scelta stilistica di girare il film in dialetto emiliano, sottotitolandolo. Forse incuriosisce il fatto che i dialoghi dei soldati tedeschi non siamo mai sottotitolati ma questa scelta acuisce ancora di più l’incomunicabilità tra i due mondi che sono venuti a collidere. Sicuramente il mondo contadino della famiglia di Martina sarebbe stato comunque destinato a scomparire con il progresso dei decenni a venire, ma l’evento sconvolgente della rappresaglia nazista sconquassa ancora di più quella realtà già così duramente provata per cui non tutti i sopravvissuti materialmente alla strage avranno la forza di sopravvivere in un mondo che ha sovvertito in maniera così folle le regole della convivenza umana; ci riusciranno sono i bambini la cui spinta vitale e’ più forte della perdita della capacita’ di sapersi muovere in un mondo che all’improvviso appare incomprensibile.
L’uomo che verrà conferma il talento originale di Diritti e l’interesse verso questo autore si fa più insistente, benché il film sia stato vergognosamente distribuito solo in cinquantacinque (55!) copie sul territorio nazionale; ma dicevo dell’interesse verso l’autore per cui ogni commento a questo film si conclude ricordando che per anni Diritti ha curato i casting per registi come Fellini, lo ricordo anche io perché la scelta della spia fascista e’ davvero stupefacente: un volto beffardo uscito da un delirio pittorico di Hieronymus Bosch.
Premio speciale della giuria a Roma, eppure solo 55 sale.Peccato che cosi' pochi potranno vederlo
Scritto da: alp | 28 gennaio 2010 a 16:05